di Andrea Pellegrino
Monsignor Luigi Moretti è in odore di nomina romana. L’arcivescovo di Salerno, infatti, è tra i più accreditati per assumente l’incarico di Vicario del Papa. Moretti, era stato in precedenza vicereggente di Roma, prima di approdare nella città di San Matteo. Nella rosa dei nomi restano anche quello del vescovo ausiliare di Roma Angelo De Donatis, del presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione monsignor Rino Fisichella, e anche quello di un vescovo che conosce bene Roma e che attualmente è a capo della diocesi di Bologna, monsignor Matteo Zuppi. Il Papa aveva avviato un mese fa, precisamente il 10 marzo scorso, una consultazione in tutta la diocesi di Roma per arrivare ad una scelta condivisa della figura del nuovo Vicario. Il cardinale Agostino Vallini, che ha già compiuto i 75 anni, l’età in cui normalmente nella Chiesa si lasciano gli incarichi di governo, andrà via a fine giugno, in coincidenza con la festa patronale dei Santi Pietro e Paolo. Il pontefice, incontrando i parroci prefetti, aveva chiesto la collaborazione di tutti, nella preghiera ma anche fattivamente. Tutti, preti e laici, potevano indicare il profilo necessario per il governo della diocesi del Papa; e, volendo, si poteva anche scrivere un nome. Il pontefice in quella occasione si raccomandò ai parroci di “non fare cordate”. Le quattro settimane di tempo e la procedura così innovativa, senza precedenti, non hanno forse favorito una partecipazione massiccia. Si parla di alcune decine di lettere giunte alla Cancelleria del Vicariato. La novità della proposta non è stata né pubblicizzata dal Vicariato né veicolata tra i fedeli di Roma ovunque alla stessa maniera; e comunque le lettere arrivate sarebbero poca cosa rispetto alla presenza sul territorio non solo di 336 parrocchie ma anche di numerosi ordini religiosi. Si calcola, per fare un esempio, che nel solo settore ovest della diocesi ci sia la più alta concentrazione di presenza di suore (rispetto alla estensione del territorio). Le poche decine di lettere, anche se sul numero esatto al Vicariato c’è il più stretto riserbo, sarebbero dunque una piccola risposta rispetto alla ‘platea’ di riferimento. Le lettere arrivate, in doppia busta chiusa e con tanto di firma depositata in Cancelleria, saranno ora portate al Papa che avrà così modo di avere un’idea delle attese della gente rispetto alla sua diocesi.