di Oreste Mottola
Ancora un lutto nel giornalismo salernitano. Ad 83 anni, a Roccadaspide è morto Franco Iuliano, già impiegato postale ed una militanza giornalistica cominciata nel 1965 a “Il Mattino” e poi proseguita nel “Giornale di Napoli”. Da sempre si caratterizzava per le tante pubblicazioni letterarie e ricerche che ha portato avanti, un’operoso silenzioso, i suoi ricordavano usanze e luoghi del nostro passato. L’ultima sua fatica aveva riguardato la patrona Santa Sinforosa e alla generosa pubblicazione, quasi un regalo ai nostri paesani affinché tutti ne venissero a conoscenza. Mille le storie minute che riguardavano i pozzi neviera, le carcare per la produzione della calce, i cestai, la miniera di sale rosso e di tante altre, è lui che ha conservato la memoria del nostro passato. “Santa Sinforosa con il marito san Getulio e Sette Figli Patrona di Roccadaspide” è la pregevole opera di Franco Iuliano. Alla sua attenzione e investigazione meticolosa ora sono giunti S. Sinforosa e la sua famiglia, nativi di Tivoli, poi divenuti patroni dell’operosa Roccadaspide e autori di alcuni prodigi, per altro provati storicamente, dallo stop a una distruttiva invasione di cavallette alla protezione dagli effetti particolarmente distruttivi di alcuni terremoti del passato, in particolare quello del 1857. Le tradizioni culturali legate a Santa Sinforosa sono state sempre curate dalla Pro Loco che ne cura i festeggiamenti. Il libro ebbe una prefazione illustre quella dello studioso anglo – italiano Antony Brewer che lo lesse come “il disagio della modernità” alla quale noi rispondiamo con il recupero della memoria tramandata e condivisa legata ai santi patroni. Con molta discrezione Franco Iuliano propone anche il suo piccolo giallo legato alla sparizione delle palme argentee (simbolo del martirio) che progressivamente sono sparite dalle raffigurazioni dei sette figli di Santa Sinforosa. Sono andate perse nel corso dei “viaggi” delle reliquie da Tivoli a Roccadaspide? Le ha fatte sparire, ma in buona fede, la chiesa ufficiale che voleva sbarazzarsi di un simbolo ritenuto pagano? Il fatto è che oggi non ci sono più, ne in foto e nemmeno in realtà. Iuliano apre la discussione ma non la chiude, anzi valorizza l’apostolato di mons. Luigi D’Angelo, arciprete per oltre mezzo secolo del paese e diffusore infaticabile del culto della Santa anche con preghiere e poesie di sua composizione. Proprio Franco Iuliano raccontava che il sacerdote D’Angelo rifiutò la nomina a vescovo per non lasciare il suo paese. Era il prete che impartiva, gratis, ripetizioni di italiano, grecoe latino agli universitari del luogo. Si pregiava di insegnare la “sintesi” dall’italiano, poche e precise parole bastano, diceva. Il libro di Iuliano è dentro questi insegnamenti e supera di poco le 100 pagine. Tutte da leggere. La lunga produzione del giornalista Iuliano, che pur emarginato territorialmente nel suo paesino, rimaneva un attento lettore ed onorava le edicole. Si manteneva al corrente dei vari cambiamenti degli assetti editoriali e redazionali. Negli ultimi tempi aveva accettato di collaborare con alcuni periodici della zona, da “Il Valcalore” ad “Unico”e “Il Corriere a Sud” ed amava confrontarsi con i colleghi più giovani. Rifuggiva dagli eccessi di politicismo e dalle ingerenze dei vari potenti locali. Il suo rifugio era la storia dei piccoli e grandi avvenimenti e la conoscenza puntuale del patrimonio architettonico locale. Così l’amica Angela Faiella: “Una gran bella persona Franco, mi aveva chiesto un po’ di informazioni circa il mio bisnonno e mio nonno per il libro che stava scrivendo. Si era premurato di spedirmi il libro da lui scritto S. Sinforosa. Lo ricordo da piccola perché abitavamo nello stesso vicinato, insieme alla sua mamma Antonietta e zia Marianna. Poi come non ricordare la moglie Rosalba mancata troppo presto, ora è con lei nella Gloria di Dio. Sicuramente saranno gli Angeli di Gerardo e Pasquale, i suoi figli”.