di Pina Ferro
“Vorrei raccontarvi una storia di ordinaria mala sanità di cui la mia famiglia è stata vittima in questi ultimi due giorni. Domenica sera un mio familiare che per privacy chiamerò Saverio ha avuto una brutta crisi che in termini neurologici si chiama “assenza” che è durata molto a lungo rispetto ad altre che si sono verificate tempo addietro”. Lo sfogo denuncia arriva da un’anziana signora, residente in pieno centro cittadino a Salerno, che domenica sera si è ritrovata a fare i conti con il “bisogno di aiuto” del marito e la permanenza, non troppo lunga, in pronto soccorso dove pare sia stata trattata (paziente compreso) con sufficienza. Una sensazione di impotenza quella della donna che con il trascorrere delle ore si è trasformato in rabbia. Una rabbia che ha eesternato senza usare mezzi termini. A seguito del malore del marito 82enne la donna racconta di aver chiamato “la cosiddetta guardia medica che tutto fa tranne che aiutare i malati in difficoltà e come già successo in altre circostanze passate si è rifiutata di venire a casa in quanto “il paziente è senza conoscenza per cui non siamo addetti a soccorrerlo”. Senza scoraggiarsi e decisa a soccorrere il marito, la donna ha telefonato ben 8 volte al 118 “e dopo circa mezz’ora ho ricevuto risposta e un sollecito intervento. Al termine del primo soccorso fatto da un bravissimo e giovane medico chirurgo e da un esperto infermiere è stato deciso da parte dei soccorritori di portare il paziente in pronto soccorso per sottoporlo a tac e tutti gli esami del caso per farlo rinvenire e individuare la causa del malore magari ricorrendo anche al ricovero nel reparto di neurologia per gli approfondimenti opportuni”. Il paziente viene così trasferito in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno. “Purtroppo non erano dello stesso avviso “i dottori” del pronto soccorso che avendo fatto una tac frettolosa e delle analisi di routine hanno deciso che poteva essere dimesso e ” curato a casa”… perché perciò esistono i pronto soccorso per far transitare i pazienti ed essere rispediti velocemente a casa perché “è meglio curarli a casa, magari a pagamento” …guarda un po’… e così è capitato che Saverio forse si è un poco ripreso e magari, essendo un vecchietto di 82 anni, avrà chiesto più volte di tornare a casa e quindi questi bravi ” dottori ” ( si fa per dire) hanno ritenuto ovvio sedarlo in maniera severa, lasciarlo nella pipi’ e nella cacca , senza bere e senza mangiare per tutto il tempo della permanenza in pronto soccorso , salvo poi a dimetterlo minacciando i familiari di chiamare la polizia se non andavano a riprendersi il familiare entro mezz’ora solo perché suggerivano di approfondire gli accertamenti per individuare un farmaco che potesse evitargli la ripetizione della crisi. Ma come sono bravi questi “dottori” che fanno anche il giuramento di Ippocrate prima di cominciare la professione impegnandosi a “salvare le vite umane”. Una situazione quella vissuta che ha generato non poca rabbia nella donna la quale aggiunge: “Inconcepibile pensare che le “dottoresse” che dovrebbero essere più comprensive e gentili siano delle vere iene isteriche e aggressive come felini impazziti . Questa storia è molto triste e molto sconfortante e sarebbe solo questo se non fosse che a queste indegne persone è affidata la salute e spesso la vita delle persone. Forse ci vorrebbero le telecamere della trasmissione ” Chi l’ha visto” in tutte le strutture ospedaliere ? Questi sedicenti ” dottori “e “dottoresse” titolo del quale si riempiono la bocca dovrebbero essere rimossi dal loro ruolo non solo per palese incompetenza ma soprattutto per mancanza totale di umanità e rispetto per il prossimo. Saverio , per fortuna , ha riguadagnato la sua confortevole casa e mai più sarà portato in una di queste splendide strutture di “eccellenza ” chiamate indegnamente ospedali e , pagando o viaggiando verso strutture di vera eccellenza riuscirà, si spera, a risolvere i suoi problemi di saluti”.