di Erika Noschese
Dodici persone, tra cui due minori affetti da gravi problemi di salute, in una casa di soli 54 metri quadrati: è la storia disperata di Valentina Leone, 28enne salernitana che, ormai da mesi, prova a lanciare un appello all’amministrazione comunale affinché conceda alla sua famiglia, e a quella di sua sorella, una casa popolare. Valentina vive con il marito e i suoi figli a casa della madre, in via Alfredo Capone. La situazione economica non è delle più semplici: Valentina dorme in cucina con suo marito, i suoi figli e suo nipote; la mamma e il fratello in una stanza e la sorella – con suo marito e suo figlio in una piccola stanza, inadatta alle condizioni di salute del piccolo, affetto da autismo. Infatti, anche sua sorella, Laura Leone, vive attualmente a casa della madre. In 12 sotto un tetto, un piccolo tetto. A questa situazione già di per sé drammatica si associa la condizione di salute di suo figlio, che soffre di epilessia, e di suo nipote, autistico. «Abbiamo chiesto aiuto ai servizi sociali, all’ufficio casa e all’assessore Savastano, non sappiamo più cosa fare, a chi rivolgerci e a chi credere», ha dichiarato la 28enne salernitana che proprio nei giorni scorsi si è ripresentata all’ufficio casa per chiedere aiuto per lei e per sua sorella. «All’Istituto Autonomo per le Case Popolari ci hanno fatto leggere una relazione in cui si evince che la casa in cui vive mia madre sono di proprietà dei servizi sociali ma non sono intenzionati a concederle, anzi le murano», ha aggiunto Valentina Leona che si sarebbe più volte rivolta all’assessore Savastano che, sostiene la 28enne «dice di non voler incontrare né me né mia sorella mia sorella». Il figlio di Laura, come già anticipato, soffre di epilessia ed ha problemi relativi al linguaggio: «Sto facendo tutte le visite necessarie per tenere sotto controllo la situazione ma la dottoressa che ha in cura mio figlio ha detto che il bambino ha bisogno di vivere in un ambiente più tranquillo – ha detto ancora la donna, disperata – In caso di crisi notturne mio figlio rischia la vita e io devo dargli la serenità di cui ha bisogno». Una situazione che, come già anticipato, riguarda anche sua sorella che lotta per avere una casa popolare, soprattutto per tutelare il figlio affetto da autismo. «Non abbiamo alcun tipo di aiuto, ci dicono solo di cercare una casa per non rischiare di perdere i nostri figli – ha detto ancora Valentina – Ci stiamo provando ma abbiamo bisogno di aiuto. Noi, a differenza di tante altre persone, non ci siamo mai permessi di occupare una casa ma chiediamo una mano agli enti preposti».