di Pina Ferro
Un ponte di solidarietà tra Salerno e la Nigeria. Da oltre 20 anni l’associazione Sos Solidarietà presieduta dalla dottoressa Maria Aolide Tonin “lavora” per portare un sorriso ed un aiuto a concreto alle popolazioni in grande difficoltà.
Dottoressa Tonin come nasce Sos Solidarietà?
«Questa associazione dal nome rafforzato è nata nel 1999 dopo un viaggio in Nigeria di 2 medici salernitani su insistenza di una suora nigeriana.
Africa nera, povera-povera e cosi si è deciso di mettere in piede una associazione per dare risposte a tanti bisogni sanitari».
Cosa fa nel concreto Sos Solidarietà?
«Sos Solidarietà per circa 12 anni si è spesa solo nel sanitario Primo intervento recupero Holy Rosary hospital nel villaggio di Emekuku. la vecchia struttura inglese donata alla diocesi di Owerri era fattiscente: ricostruito complesso operatorio e arredato, recuperata sala parto, umanizzata e igenizzata struttura della tubercolosi ,reti antimalaria per tutti gli edifici in questo periodo durato 6 anni sono scesi in Nigeria medici tanti perché si lavorava anche nei villaggi, infermieri, ingegneri, idraulici e curiosi.
Dal 2007 abbiamo proceduto al recupero e apertura casa della maternità a Umumbiri ora diventata una struttura sanitaria per le gravidanze, il parto, il puerperio delle ragazze madri.
Per capire l’utilità anzi la necessità di questa struttura bisognerebbe conoscere la società la mentalità, le abitudini di un posto!
Questo dovrebbe valere per tutto quello che si fa in Africa”.
Tanta chirurgia tanto lavoro nei villaggi
«Abbiamo portato avanti il Progetto (fiore all’occhiello) screening tumore alla mammella e cervice uterina. Sono state 5000 le donne sottoposte a screening.
Abbiamo effettuato numerose missioni ed abbiamo costruito la casa del volontario nel compound delle suore della carità del preziosissimo sangue a Ngugo.
Quando non si lavora si gira per il villaggio e intorno a noi ci sono sempre centinaia e centinaia di bambini e ragazzi. Non hanno niente che possa far vedere loro la vita diversamente: famiglie povere poverissime, scuole sgarubate».
E voi cosa fate?
«Abbiamo realizzato un Happy home: 600 metri quadrati di struttura che noi abbiamo definito “ centro Polifunzionale”… un pp’ oratorio, un po’ doposcuola e un po’ sala giochi.
L’anno dopo abbiamo posto in essere un campo estivo. Nasce cosi il progetto sportivo.
Scegliamo i bambini più poveri per mandarli a scuola e cosi parte il progetto Sad sostegno a distanza.
Attualmente sosteniamo con l’aiuto delle famiglie italian 57 giovani di cui 7 all’università e abbiamo già una laureata; paghiamo 6 salari e ogni anno a luglio facciamo le mini olimpiadi: calcio, rugby, pallacanestro, pallavolo, corsa, salto in lungo.
Nonostante il Covid tra il 2019/ ed il 2021 è stata costruita la Scuola Arte e Mestieri ad Atta. Presso la scuola si insegnaa: sartoria, falegnameria, parruccheria, computer e catering.
Tutto questo come è possibile realizzarlo?
«Si presentano progetti alle varie Fondazioni,si raccolgono fondi con vari eventi, con i fondi Sad, ma soprattutto gestendo il tutto con oculatezza e parsimonia e non dimenticando che siamo una associazione di volontariato . Basti pensare cheognuno si paga il suo biglietto per il suo viaggio».