“Nessuna violazione dei canoni dell’arresto, legittima la procedura del giudice per Dario Generoso Mercurio”, il 32enne che a febbraio scorso fu scoperto con una mazzetta per bloccare il pignoramento di cinque immobili. Lo ha deciso la Corte di Cassazione annullando senza rinvio l’ordinanza impugnata “dichiarando legittimo l’arresto” “Scoperto in flagranza di reato di induzione indebita, commesso in concorso con l’avvocato Rosario Carleo e l’ingegnere Sabato Cuozzo, rispettivamente nominati custode giudiziario e consulente tecnico d’ufficio nella procedura esecutiva immobiliare nei confronti di un imprenditore, indotto con pressioni e minacce a versare la somma di 20 mila euro, poi consegnata nel corso di vari appuntamenti con Mercurio per evitare l’aggravamento della propria situazione finanziaria. Proprio la parte offesa aveva dichiarato di aver versato al Mercurio, che fungeva da emissario dei pubblici ufficiali, la somma di 15 mila euro in cinque tranche sino all’agosto 2020 aveva registrato i colloqui, come avvenuto in occasione della consegna della tranche di 2 mila euro. Il gip pochi giorni dopo aveva scarcerato l’intermediario indagato. “Il giudice della convalida- scrive la Cassazione- non ha fatto corretta applicazione non limitandosi alla valutazione della sussistenza degli elementi che legittimavano l’arresto secondo una verifica ex ante, ma sovrapponendo la propria valutazione sulla gravità del fatto e sulla pericolosità del soggetto, senza fornire adeguata motivazione sugli elementi oggettivi presentatisi alla polizia giudiziaria – consegna del denaro nel luogo concordato con la persona offesa, modalità di fissazione dell’appuntamento, rinvenimento del denaro in possesso dell’indagato, registrazione del colloquio – ed omettendo di considerare che la polizia giudiziaria aveva svolto accertamenti sulle dichiarazioni del denunciante, acquisendo i tabulati e le registrazioni dei colloqui, effettuati nel corso degli incontri precedenti: circostanze che, valutate unitamente alla consegna del denaro ed alle affermazioni di Mercurio, risultanti dal colloquio registrato, deponevano per la sussistenza del reato e per la reiterazione delle consegne di denaro all’indagato, quale emissario dei pubblici ufficiali denunciati”.
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