di Andrea Pellegrino
Stavolta pare che De Luca abbia fatto arrabbiare parecchio il suo Ministro. Essere paragonato a «Mariangela» (figlia di Fantozzi) proprio non è andato giù a Maurizio Lupi. Soprattutto se quello sfottò è giunto da suo viceministro senza deleghe, durante la festa nazionale del Pd a Genova. Insomma, secondo quanto racconta Dagospia, ieri mattina, di buon’ora, Maurizio Lupi, avrebbe contattato direttamente il premier Letta, chiedendo così la testa (politica) di Vincenzo De Luca. Altro che deleghe, insomma. A quanto pare per De Luca si prospetta un vero e proprio braccio di ferro sulla resistenza del suo incarico da sottosegretario al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Ora dipenderà tutto da Letta, o meglio da Bersani che, si sa, è lo sponsor principale di Vincenzo De Luca. Ed è lo stesso ex presidente del consiglio incaricato ed ex segretario nazionale, a volerlo nuovamente come candidato per la presidenza di Palazzo Santa Lucia. Sempre che De Luca in questa «dura lotta politica interna al Governo» non diventi renziano. Pare, infatti, che un primo patto sia stato già stretto con Luigi de Magistris e che l’operazione “Giggino” passi proprio sotto la regia di un renziano doc. Ma l’attacco di De Luca a Lupi (che dice mescola il “sacro con il profano”) e al suo Governo è proseguito anche ieri mattina a Salerno. Il sindaco, di ritorno nella sua città, ha partecipato ad un convegno al Grand Hotel suo ruolo della portualità, incontrando, tra l’altro, proprio il commissario (ammiraglio Luciano Dassatti) di quell’Autorità portuale (Napoli), finita nelle ultime ore al centro di uno scontro politico proprio con ministro Lupi. E a quanto pare c’è chi giura che la mancata nomina del presidente possa essere l’ufficiale punto di rottura tra De Luca e il Governo Letta. Sul piatto c’è il nome di Riccardo Villari voluto dal Pdl, partito che secondo De Luca, «ha messo completamente le mani sul ministero delle infrastrutture e trasporti. Ecco perché non vogliono darmi le deleghe». Ed avverte: «Io non faccio il segretario a nessuno. Non sono proprio il tipo giusto». Ed ancora: «Se qualcuno immagina di gestire un ministero in maniera privata, se lo tolga dalla testa. Saremo pronti a fare una guerra termonucleare».