Andrea Pellegrino
«Mentre nel Pd si minacciava il lanciafiamme si candidavano De Luca in Campania e Oliverio in Calabria». Matteo Richetti annuncia la sua corsa per la segreteria nazionale del Pd partendo proprio dal caso Campania. «Si predicava la rottamazione ma ci si affidava ai capibastone che sono in giro per l’Italia». A partire proprio da Vincenzo De Luca in Campania, dalla sua candidatura e di quella del figlio Piero, attuale deputato dem. «Un partito di figli di mi preoccupa», dice ancora Richetti: «In Campania se dovessi vincere io troverete quei giovani che si sono sempre battuti contro questo sistema». E Richetti parte proprio dai giovani e dall’ex segretaria regionale dei Gd, Francesca Scarpato. È lei una dei riferimenti della sua campagna congressuale del Partito democratico. Il tutto mentre lo sfidante Nicola Zingaretti blinda la ricandidatura di Vincenzo De Luca alle prossime regionali. Una posizione già annunciata diverse settimane fa, prima alla festa dell’Unità a Scafati e poi all’ultimo appuntamento a Pontecagnano Faiano, da Matteo Orfini, un tempo antideluchiano, oggi suo fan. Porte chiuse da Luigi de Magistris. Zingaretti, durante la visita a Napoli, aveva teso la mano anche al primo cittadino. «È un po’ confuso – la replica di de Magistris – deve scegliere con chi dialogare. Se c’è davvero la volontà di cambiare, in me avranno un interlocutore corretto e leale che non significa fare un’alleanza politica. Pensare di dialogare sia con me che con De Luca significa non conoscere cosa accade in Campania». «Con De Luca – ha detto il sindaco – è impossibile non solo il dialogo politico ma anche quello istituzionale. Se si pensa di dialogare con entrambi si vogliono mettere insieme due persone profondamente divise». Qualora da parte del Pd ci sia una reale consapevolezza di cambiamento, de Magistris ha sottolineato che «si può discutere per un’importante e rinnovata coalizione civica in vista delle regionali».