Matilde Romito: “Con la mia storia vi racconto la buona sanità di Salerno” - Le Cronache
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Matilde Romito: “Con la mia storia vi racconto la buona sanità di Salerno”

Matilde Romito: “Con la mia storia vi racconto la buona sanità di Salerno”

Quando all’inizio di maggio, nonostante i frequenti controlli, ho saputo di avere un tumore al seno, su indicazione del caro radiologo Leopoldo Iannelli, mi sono rivolta al dottore Antonio Spadino, direttore della Breast Unit dell’ospedale Ruggi di Salerno. Quando mi chiedono se sono andata ad operarmi a Milano (veramente centinaia di volte), con buona pace di Mario, mia roccia lombarda, rispondo con grande fierezza: “No, a Salerno, dove sono stata curata egregiamente”.
Lo voglio sottolineare con forza: non c’è nessun motivo di fare i cosiddetti “viaggi della speranza”. Noi abbiamo la concretezza di essere curati nel modo migliore e di poter guarire. I viaggi li andremo a fare altrove, per diletto.
Stamane, svegliandomi, ripercorrevo la visita di controllo del 10 ottobre scorso con il dott. Antonio Spadino all’ospedale di Salerno. L’ho visto felice di trovarmi bene, “positiva” per usare una delle sue belle espressioni. Sono passati solo appena più di 5 mesi da quando, alla prima visita, mi spiegò che cosa avevo e come mi avrebbe curata. Oggi ho pensato che è un mago. Ma i suoi artifici restituiscono speranza, attuano riprese di vite interrotte bruscamente, riportano fiducia dove vedi baratri. Si, Antonio Spadino è un mago, ma un mago che non crea strabilianti effetti ma toglie quanto di brutto si può essere formato in un corpo di donna che non ha fatto nulla per meritare una punizione così crudele. E lo fa in silenzio, senza clamori, perchè lo sente come un dovere morale, deputando alla Breast tutte le sue giornate.
Oggi, dopo tutti gli esami fatti (io dico che sono stata rivoltata come un calzino), l’intervento, la brevissima degenza e i controlli, per fortuna sempre rassicuranti, sono tranquillizzata all’idea che nella mia città c’è un medico di così alto spessore professionale e umano che può ridarti la vita quando l’hai vista in forte pericolo.
Con lui tutti i suoi collaboratori (cito, fra gli altri, Isabella che mi segnava sul registro degli esami da fare e Raffaella che mi accompagnava nelle stanze deputate) e ricordando infermieri e medici che hanno ugualmente rasserenato i giorni del “fiato sospeso”, un grazie che non potrà mai essere abbastanza grande quanto il mio affetto per il mitico, ormai per me, dottore Spadino !
Sento il bisogno di ricordare, in ambito di “buona sanità”, un altro reparto, quello di oculistica e un altro dottore molto caro al mio cuore, Germano Di Matteo. Lui mi scoprì una rara malattia che in genere colpisce la pelle e mi operò d’urgenza, salvandomi l’occhio.
Un altro dottore molto riservato, che ha seguito tutte le elaborazioni dei miei libri, verificando spesso la validità degli occhiali per potermi consentire di lavorare al computer. E sempre rallegrandosi con me quando gli portavo il risultato concreto di tanti sforzi congiunti.
Poi mi eliminò la cataratta da entrambi gli occhi, facendomi ritrovare la bellezza dei colori. Oggi non porto occhiali, tranne con bassissima gradazione per vedere da lontano. Penso sempre con grande riconoscenza anche al dottore Di Matteo.
C’è un terzo dottore e un altro reparto, quello di Radioterapia con il dottore Arturo Losco, che sto conoscendo nelle more del ciclo di radioterapia che farò fra breve. Amante dell’arte ed estremamente rassicurante, preciso come evidentemente richiede il suo ruolo, mi sento assistita e confortata.
Spero di poter sempre sentire risultati alti per l’ospedale di Salerno, e di tornarci ma solo per salutare i miei cari dottori!
Matilde Romito