martellate in testa alla sorella, fa ricorso - Le Cronache Cronaca
Cronaca scafati

martellate in testa alla sorella, fa ricorso

martellate in testa alla sorella, fa ricorso

Scafati/Nocera Inferiore. Una pena proporzionata per il reato di omicidio volontario aggravato contestato e per questo motivo la Procura ha fatto appello sostenendo che la condanna a carico dell’imputato va inquadrata nella richiesta formulata all’atto della requisitoria: 24 anni. Processo d’appello al via con una doppia istanza per l’uomo che a Scafati uccise la sorella nella primavera del 2022: 11 anni di condanna per Aniello Palumbo a fronte della richiesta più che raddoppiata da parte della pubblica accusa. L’imputato ora in Assise Appello tenta un ulteriore sconto di pena per quel reato qualificato dalla procura in omicidio volontario aggravato. La pubblica accusa aveva chiesto Il reato per i giudici di primo grado in corte d’Assise che hanno emesso sentenza è omicidio volontario ma erano state escluse le aggravanti che avevano portato a una pena meno pesante. Per la Procura Palumbo aveva colpito la sorella Maria Cristina con la volontà di ucciderla: per questo motivo il magistrato inquirente aveva chiesto la stangata per lo scafatese Aniello Palumbo. Difeso dall’avvocato Francesco Matrone, l’imputato in primo grado aveva dimostrato che non era sua intenzione uccidere la sorella e che la tesi della pubblica accusa era fin troppo severa per una condanna di quasi 25 anni come chiesto al collegio dei giudici e alla giuria popolare della Corte d’Assise di Salerno. I fatti a capo di un litigio con Maria Cristina Palumbo che perse la vita mesi dopo essere stata colpita alla testa con un martello. La donna, infatti, litigò con il fratello a marzo del 2022 e dopo aver subito una martellata in testa fu ricoverata in ospedale dove morì qualche mese più tardi a causa di un’infezione polmonare contratta durante la fase di ricovero. Per il consulente della procura nocerina sarebbe esistito un nesso di casualità per la morte della allora 58enne e per questo motivo che il 63enne venne accusato omicidio. Sullo sfondo liti e incomprensioni con la sorella per quella proprietà che avevano ereditato dai genitori in via Poggiomarino, zona Berardinetti, a Scafati. I carabinieri di via Oberdan avevano raccolto elementi utili alle indagini e avevano visionato i filmati dei sistemi di video sorveglianza presenti. Dalle immagini si sarebbe visto l’uomo arrivare prima della donna, che lo raggiungerà qualche minuto dopo in bicicletta. I due cominciarono a discutere, e si spostarono in una zona d’ombra non coperta dalle telecamere. Pochi attimi e arrivò il peggio. L’uomo si sarebbe avventato con un martello in mano sulla sorella, colpendola alla testa. Trasportata d’urgenza all’ospedale Umberto I° di Nocera Inferiore e subito sottoposta ad un delicatissimo intervento chirurgico alla testa. Resterà intubata e in coma, ricoverata in terapia intensiva. Perderà la vita quattro mesi più tardi a causa di un’infezione polmonare quando era sulla strada delle dimissioni tanto che lo stesso ospedale nocerino di Viale San Francesco le avrebbe indicato anche un centro per la riabilitazione. La cognata, moglie dell’imputato, aveva denunciato che quel decesso era arrivato a causa della negligenza dei sanitari e non per le martellate in testa. Per la procura invece quella morte era sopraggiunta a causa della martellata inferta dal fratello o comunque c’era un nesso tra l’aggressione e il decesso. Ora si torna in Assise Appello (16 giugno) con una doppia istanza a firma di difesa e procura.