Mario e Daniele: due giovani vite stroncate a Salerno - Le Cronache
Cronaca

Mario e Daniele: due giovani vite stroncate a Salerno

Mario e Daniele: due giovani vite stroncate a Salerno

Le storie di due giovani salernitani si intrecciano. Mario Carpentieri, originario della costiera amalfitana ma da tempo residente a Salerno, e quella di Daniele Mazzei, trentatrenne del popoloso quartiere Carmine conosciuto da tutti come Mazzettì. Mario Carpentieri è deceduto in seguito ad un’infezione intestinale. Daniele perché vinto dalla tossicodipendenza. Due giovani vite spezzate in poche ore. Due salernitani amati e conosciuti nei loro quartieri. Il decesso di Mario Carpentieri ha scosso anche gli abitanti della costiera ed in particolar modo di Ravello. Il quarantenne era originario dell’incantevole cittadina. Da alcuni giorni era stato ricoverato presso l’ospedale di Salerno per un’infezione intestinale e il repentino peggioramento delle sue condizioni, stamani, lo hanno portato alla morte. Aveva soltanto 41 anni e lascia nello sconforto le sue figliolette, le gemelle Gaia e Giulia di 14 anni, legatissime, come tutte le figlie, al proprio papà. A Ravello Mario lo ricordiamo tutti: non c’era estate in cui non lo si scorgeva, a sera, in pizza, sulle scale del Duomo, con gli amici di sempre, quelli con cui aveva trascorso la fanciullezza prima di stabilirsi definitivamente a Salerno con la famiglia. Attendeva con ansia il mese di agosto Mario, per poter ritornare nella sua Ravello, e vedere giocare le sue bambine in piazza, libere, spensierate. Affranti i cugini Luigi e Baldino Cioffi, con un filo di voce ci hanno comunicato la triste notizia, e consentire a coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato le doti di poter partecipare all’ultimo saluto che si terrà questa mattina a Salerno, presso la chiesa di Santa Maria della Porta e San Domenico di via San Tommaso d’Aquino, alle 11,00. Toccante il pensiero riservato a Daniele Mazzei sul social network facebook: Conosco una storia. Quella di un ragazzo al quale la vita ha girato spesso le spalle, privandolo di affetti e guide importanti. Un ragazzino scivolato nel baratro della droga. Assente, ma sempre affettuoso con me. Si, mi voleva bene senza motivo. Mi diceva sempre che se mi avesse avuta al suo fianco la sua vita sarebbe stata diversa. Gli sorridevo e gli dicevo che l’amicizia è lo stesso bella. Ora questo ragazzo è morto. Una grande responsabilità i servizi sociali che non lo hanno mai davvero seguito. Questa morte ha anche la loro firma in calce. Un saluto a lui. Sperando che adesso il suo cuore abbia trovato finalmente pace”.