di Erika Noschese
Una maggiore attenzione per i rioni collinari, spesso trattati come periferia ed essere protagonisti nel campo delle politiche sociali. Sono solo due delle tante proposte avanzate da Marina Rinaldi, ex coach della Salernitana femminile, candidata al consiglio comunale di Salerno con il Psi, a sostegno del sindaco uscente Vincenzo Napoli. Marina, perché la decisione di scendere in campo? “Sono anni che sono vicina all’amministrazione comunale, perché già in passato ho collaborato con l’assessorato alle Politiche sociali. Con Nino Savastano, durante gli anni dell’amministrazione De Biase, ho partecipato a lavori entusiasmanti che mi hanno dato la possibilità di avere un contatto diretto con le persone e di lavorare fattivamente sul campo. Poi non mi sono più impegnata in politica preferendo dedicarmi al mio lavoro e anche perché ho incontrato amministratori lontani dalle esigenze della gente. Cinque anni fa, ho incontrato Massimiliano Natella (attuale capogruppo del Psi a Palazzo di Città – ndr), con il quale siamo amici da anni. Insieme a lui, negli anni novanta, abbiamo condiviso progetti associativi. E’ grazie a Massimiliano che ho avuto modo di riavvicinarmi alla politica. L’ho visto in azione e ho molto apprezzato l’impegno che mette nelle cose che fa. Così in me si è riacceso il desiderio di ritornare a fare politica attiva e di farla con lo stesso impegno di Massimiliano. Di qui, ho conosciuto Enzo Maraio, che ricordavo nella sua veste di assessore al Turismo, e ho capito che il mio posto è nel Partito Socialista Italiano”. Da dove bisognerebbe ripartire secondo lei? “Riannodare i fili del passato: un’amministrazione più presente e attenta ai problemi dei quartieri. Il Partito Socialista lavora con impegno alla collegialità e questo è l’aspetto che mi ha conquistata. I suoi consiglieri e il partito tutto, hanno un rapporto stretto con le esigenze reali della gente e interviene per risolverli in maniera pragmatica. Questo è un elemento importante, che negli ultimi anni sembra essersi un po’ perduto. Ecco io ripartirei da questo; dal quel protagonismo dei cittadini che si sentivano parte di un progetto grande di rinascita sociale e culturale”. Cosa manca oggi a questa città? “La città ha bisogno di essere pulita con maggiore capillarità, con attenzione ai rioni collinari spesso trattati come periferie. La cura dei quartieri, così come avveniva una decina di anni fa sembra essersi persa. Ecco, in questo il Partito Socialista non ha perso quella spinta propositiva di qualche anno fa e punta, puntiamo tutti, a essere protagonisti nell’amministrare con umanità la città di Salerno rimanendo vicini ai problemi della gente. Questo significa essere protagonisti nell’assistenza ad esempio, con politiche sociali che realmente possano aiutare le persone in difficoltà e non un assistenzialismo sterile e di facciata. Riprendere le politiche sulla casa, con una rivisitazione delle assegnazioni che premi realmente chi ne ha bisogno. Fondamentale sarà creare lavoro per i nostri giovani troppo spesso costretti ad emigrare in altre città. Bisogna potenziare la formazione professionale per creare una manodopera specializzata che manca in città ed è quello che viene chiesto dalle poche imprese e industrie rimaste sul territorio”. Cosa si aspetta da questa campagna elettorale? “Mi attendo soprattutto che i cittadini di Salerno comprendano il nostro impegno per la città. Comprendano che rafforzare la presenza del Partito Socialista a Palazzo di Città, significa avere un maggiore peso all’interno della coalizione di centrosinistra. Significa poter incidere di più nelle questioni che, dal basso, portiamo in Consiglio e in Giunta. Il nostro è un lavoro di squadra, di amministratori fattivi che hanno voglia di misurarsi e ci mettono dedizione in quello che fanno. Salerno ritorni a essere una città di serie A così come ha saputo fare la sua squadra che ha raggiunto la massima serie”.