di Alessandro Faggiano
In occasione dei dieci anni di attività di Marina d’Arechi, il presidente di Gallozzi Group nonché cavaliere del lavoro, Agostino Gallozzi, ha voluto sviscerare alcuni dati sullo “stato di salute” dell’impresa. I risultati sembrano confortanti e incoraggianti, nonostante le difficoltà legate al covid e, adesso, alla guerra in Ucraina.
Gallozzi assicura che “ogni mercoledì facciamo un punto della situazione tra gli indicatori dell’anno precedente con quello in corso. Marina d’Arechi ha fatto registrare un aumento del 25% degli ormeggi (tra maggio 2021 e maggio 2022). Quest’anno abbiamo circa 850 posti occupati: gli altri 100 sono dedicati a mega yacht e barche in transito. Preciso che ho voluto agire in questa direzione al tempo, con 1.000 posti barca, perché ci serviva una “massa critica” che ci permettesse di far fronte alle uscite, non avendo alcuna partecipazione e aiuto del pubblico.”
Il decennale di Marina d’Arechi è anche un momento propizio per raccontare della nascita e sviluppo del progetto. “Qualcuno si ricorderà che qui, 10 anni fa, non c’era assolutamente nulla. Sembrava una missione impossibile fare qualcosa del genere. Nel 2010, fummo gli unici in Campania a procedere con la realizzazione del progetto. Gli altri – approvati, che ricevettero la concessione – si tirarono indietro: i rischi erano alti. Altro elemento fondamentale: noi abbiamo un 50% di clienti dell’area salernitana, e un altro 50% invece di area non salernitana. Questo significa che attraverso il marketing & sales di Marina d’Arechi, siamo riusciti ad attrarre dall’esterno.”
Nonostante le note positive e il felice sviluppo delle attività di Gallozzi Group a Salerno, il presidente Agostino Gallozzi segnala quelle che, a sua detta, sono criticità da trattare con la massima urgenza. “Quello che è successo con Marina d’Arechi, e anche il porto commerciale, sono l’esemplificazione dei problemi del nostro Paese. Chiariamo bene: i tempi dell’economia e i tempi di reazione dell’apparato pubblico non sono più sostenibili. Questa divaricazione, ancor più in tempi di PNRR, rende il paese Italia “fuori tempo massimo”. C’eravamo abituati a crescite dello zero-virgola. Chiediamoci il perché. Questa zona di Salerno Est nasce dall’impostazione di Bohigas, del 1997. Se mettiamo gli investimenti dell’albergo Novotel, le possibilità sullo Stadio Arechi, gli edifici di recente costruzione e Marina d’Arechi, parliamo di un totale di almeno 200 milioni di investimenti privati. Dobbiamo ammagliare nuovamente la città secondo quel progetto originale di Bohigas. Finora non è successo, eppure sono dieci anni che ne parlo col Comune.” Una critica diretta non solo all’Amministrazione, ma all’apparato burocratico.
Gallozzi evidenzia che, oltre agli indicatori che mostrano lo stato di salute di Marina d’Arechi, ogni anno fa la conta di quante persone vi ci lavorano. “A maggio 2022, ci lavorano 411 persone, tra diretti e indiretti. Marina d’Arechi è tre cose: una infrastruttura all’avanguardia, fortemente innovativa anche dal punto di vista ambientale. È un villaggio nautico (port village), in cui ci saranno sempre più attività di ristorazione e intrattenimento, nonché eventi sia piccoli che grandi. Con questo sviluppiamo la piacevolezza, quel valore immateriale aggiunto che serve alla città. Infine siamo diventati un vero e proprio distretto della nautica.”
Infine, Gallozzi parla del futuro del gruppo: “attorno a Marina d’Arechi, stiamo lanciando una serie di porti turistici. Figuratevi che ci hanno chiamato dalla Grecia per il processo di privatizzazione dei loro porti. Ma devo essere sincero: un altro porto, costruito da zero qui in Italia, non lo farò più. È impossibile già solo per una questione di tempi”.