Maria Di Matteo si uccide a Fuorni impiccandosi alla finestra della cella - Le Cronache
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Maria Di Matteo si uccide a Fuorni impiccandosi alla finestra della cella

Maria Di Matteo si uccide a Fuorni impiccandosi alla finestra della cella

di Pina Ferro

Ancora un caso di suicidio alla casa circondariale di Salerno. L’ultimo si è verificato verso le 6.30 di ieri mattina quando una detenuta di Pontecagnano Faiano, Maria Di Matteo, si è tolta la vita impiccandosi alla finestra della cella. La 44enne è stata immediatamente soccorsa dagli uomini della polizia penitenziaria e dal personale sanitario ma i tentativi sono risultati vani: per lei non c’era più nulla da fare. L’intervento immediato del personale del carcere di Fuori dimostra tutto il loro tempismo e capacità operativa, degna di una grande preparazione professionale. A darne notizia il sindacalista Daniele Giacomaniello, Segretario Regionale Uil Pa Polizia Penitenziaria: «Nonostante la grave carenza di personale, da tempo denunciata da questa Organizzazione sindacale e fortemente messa in discussione dall’Amministrazione Regionale Campana e Centrale, costringendo di fatto tutti gli operatori di Polizia nell’ambito del servizio, a carichi di lavoro insostenibili e talvolta, a funzioni che non rientrano nel ruolo, la gestione dell’istituto salernitano, comunque, se pur ai limiti della tolleranza, riesce in qualche modo a garantire i servizi minimi d’istituto. Ma questo, solo grazie al grande senso di responsabilità e appartenenza, di tutto il personale operante». «L’episodio verificatosi infatti è l’ennesimo campanello dall’arme rispetto ad un sistema lavorativo che non è orientato a scongiurare il rischio suicidario, perché le problematiche legate alla prevenzione del suicidio, richiedono una progettualità con l’impiego di diverse figure professionali, che di fatto ed in modo efficiente, attengono agli aspetti sanitari, sociali e culturali della popolazione detenuta – ha poi aggiunto il sindacalista – Bisognerebbe rafforzare di pari passo, non solo la Pianta organica del personale di Polizia Penitenziaria della casa circondariale di Salerno, ma anche l’assistenza sanitaria, perché nel campo della prevenzione, c’è quasi un vuoto, provocando naturali conseguenze che possono sfociare in episodi di disordine da parte dell’utenza». Per il sindacalista Giacomaniello, dunque, si rende necessario puntare ad un incremento del personale specializzato «che affianchi il personale medico in servizio, occupandosi di progetti di prevenzione, oggi praticamente inesistenti o inefficaci, perché il servizio di prevenzione in un emisfero come quello del carcere, deve essere visto con una copertura h 24 e non fino ad una certa ora, anche perché il problema se c’è, esiste sempre e non soltanto per alcune ore», ha spiegato infatti. La vittima, con trascorsi da tossicodipendente aveva subito la perdita della madre pochi mesi fa. Da allora aveva iniziato a dare segni di squilibrio mentre alcuni mesi fa aveva già tentato di togliersi la vita, poi salvata in extremis. Successivamente, aveva ingerito varechina ma anche in quel caso, il personale sanitario e gli uomini della polizia penitenziaria erano riusciti a salvarla. Prima del terribile gesto ha scritto una lettera di scuse alla sua famiglia. «Una donna quarantenne si è tolta la vita nella sezione femminile del carcere di Salerno. E’ la prima donna a suicidarsi in Campania, dove dall’inizio dell’anno già sette detenuti si sono tolti la vita», ha invece dichiarato Samuele Ciambriello, Garante campano delle persone private della libertà personale. «Il carcere deve servire a rieducare non a togliere la vita, o a restringere diritti ed annullare la dignità», ha poi dichiarato Ciambriello. Dopo i sucidi molti operatori penitenziari e sindacati di categoria, osserva Ciambriello «chiedono sia piu’ assunzione di personale che il restringimento di libertà, la chiusura delle celle, del regime aperto per i detenuti e il superamento della vigilanza dinamica. Sono temi fuorvianti. Il Ministero ha destinato appena 73mila euro per il trattamento dei detenuti campani su una popolazione di 7642 persone, ci sono solo 95 educatori, 43 psicologi ministeriali ed una ventina di psicologi e pschiatri delle Asl per i 15 istituti campani».