di Erika Noschese
È in forte ripresa il settore edile con aumenti importanti che si registrano sia sotto il profilo dei lavoratori, dichiarati circa 15000, sia le ore di lavoro». A snocciolare i dati Giuseppe Marchesano, segretario della federazione dei lavoratori edili della Cisl di Salerno che proprio di recente ha chiesto un cambio di passo circa le modalità di lavoro quando le condizioni meteo non consentono, quindi con picchi di caldo eccessivo o temperature particolarmente basse. Con il caldo eccessivo che ha caratterizzato questi giorni di estate Marchesano ha chiesto alle aziende di rimodulare gli orari di lavoro degli operai, optando per turnazioni che anticipano l’ordinario orario di lavoro, al fine di terminare anzitempo le giornate lavorative dei lavoratori. Anche un aumento delle pause lavoro è auspicabile ai fini di mitigare lo stress da affaticamento dovuto al caldo ricordando che ci sono incentivi quali la cassa integrazione (speciale), già resa nota dall’Inps e dell’Inail, attivabile quando viene registrata una temperatura superiore ai 35°, anche solo percepiti. Dottor Marchesano, partiamo dallo stato di salute del settore edile. In quali condizioni è oggi?
«Lo stato di salute è buono anche soprattutto rispetto al rilancio del comparto offerto dal Superbonus e a tutti gli incentivi messi a disposizione dando così il via a numerosi interventi di ristrutturazioni. I dati cassa edile ultimi sono confortanti e in aumento così come sono in aumento sia le imprese attive sia i lavoratori dichiarati circa 15000. Ancora più importante è l’aumento delle ore lavorate; andando avanti con il terminare dei vari incentivi la speranza è che la crescita avuta dal settore non si arresti e venga compensata dagli investimenti pubblici con la grande opportunità del Pnrr».
Lei di recente ha lanciato l’allarme sulle alte temperature che hanno caratterizzato la provincia di Salerno. Bloccare i cantieri crede possa essere la soluzione?
«A riguardo il troppo caldo oltre a quello già detto, ribadito nel comunicato precedente da lei messo in risalto Le posso dire che sicuramente la cassa integrazione è uno strumento valido a tutela della salute e sicurezza del lavoratore che va utilizzata ogni volta che non vi sono le condizioni climatiche favorevoli a garantire l’incolumità dei lavoratori (come ad esempio le condizioni di pioggia, vento, impraticabilità di cantiere, temperature estremamente rigide o estremamente calde) ma non è l’unico strumento: bisogna pensare a una rimodulazione dell’orario di lavoro in modo da consentire ai dipendenti di lavorare nelle ore più fresche della giornata garantendo di portare a casa comunque il giusto salario. Il caldo torrido non è più un fenomeno, come è successo in passato che si limitava a qualche giorno di eccezionalità, oggi è un problema a causa del cambiamento climatico ben più ampio, per queste ragioni vanno create condizioni diverse».
Sicurezza sul posto di lavoro, quali iniziative mettere in campo?
«Dagli anni 50 ai giorni nostri le morte bianche nei cantieri edili non accennano a diminuire nonostante abbiamo una buona legge la 81/2008, vuol dire che probabilmente l’approccio al problema e sbagliato! Mi spiego: faccio notare che in tutti questi anni abbiamo combattuto il fenomeno delle morti bianche solo ed esclusivamente con la repressione. In tutti i contesti, convegni in cui l’argomento è la sicurezza sistematicamente ascoltiamo questa frase “la sicurezza e una questione culturale”; condivisibile l’affermazione ma la cultura non si può insegnare con la repressione. E’ importante il lavoro sanzionatorio degli ispettori ma non è sufficiente, noi abbiamo bisogno di educare le imprese e lavoratori alla sicurezza nei luoghi di lavoro e promuovere la Cultura della Sicurezza con il dialogo, con l’informazione, con la formazione, la premialità, attraverso gli enti bilaterali e gli Rlst creando sinergie sul territorio con tutti gli attori che si occupano di sicurezza (Isp. Lavoro, Asl, Inail, Medici Competi, Tecnici ecc.). In conclusione cosa voglio dire che per affrontare il problema e fondamentale lavorare di squadra».
Tra le grandi opere in costruzione Porta Ovest. Crede possa essere la soluzione per sbloccare il traffico cittadino?
«La galleria denominata Salerno Porta Ovest e la nuova viabilità di interconnessione con la viabilità urbana sono una grande opera strategica per decongestionare il traffico pesante e non, della città di Salerno: basti pensare al tragitto che oggi i mezzi pesanti fanno da via Ligea (porto commerciale) per arrivare all’autostrada Napoli-Pompei-Salerno (oppure Raccordo Salerno-Mercato San Severino), generando enormi code sul viadotto Gatto, attraversando il centro urbano di Canalone, viaggiando in mono corsia. La sola apertura della Galleria con doppia corsia per senso di marcia porterebbe in pochi chilometri e pochi minuti, non ore come accade da anni, i mezzi pesanti direttamente dal porto all’autostrada e viceversa senza passare per la viabilità ordinaria della città che potrebbe essere restituita ai cittadini e residenti».
Pnrr, secondo lei la provincia di Salerno è in grado di reggere il carico di lavoro che potrebbe avere?
«Da premettere che, come organizzazione sindacale, siamo chiamati a svolgere un ruolo fondamentale e determinante per lo sviluppo, il rilancio e l’ammodernamento del nostro territorio grazie ai fondi del Pnrr. Questo è stato capito anche dal governo: basti pensare al protocollo firmato dal governo e dalle organizzazioni sociali il 23 dicembre scorso per la “partecipazione e il confronto sugli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sia a livello nazionale, sia a livello territoriale”. La sfida ardua che ci aspetta per il futuro è quella di riuscire a spendere la pioggia di denaro prevista dal Pnrr; badate bene che solo per la provincia di Salerno in totale (e dunque non solo per l’edilizia) sono disponibili risorse per 2 miliardi 489 milioni 914 mila euro. Purtroppo, un dato di fatto è che, ad oggi, solo circa il 10% dei progetti attualmente finanziati con il Pnrr in provincia di Salerno sono stati avviati. Tale sfida non può farci trovare “ancora” impreparati; essa può essere vinta solo con la collaborazione ed unendo le risorse e le professionalità di tutti i soggetti e/o enti che partecipano alla filiera per la realizzazione delle opere del Pnrr. Quindi, il mio auspicio è che si apra quanto prima a livello territoriale un tavolo di confronto e collaborazione tra Sindacato/Imprese/Enti locali, al fine di coordinarsi e riuscire a realizzare le opere nei tempi attesi. Sinceramente, per la realizzazione del Pnrr, le uniche cose che mi preoccupano veramente sono i tempi di realizzazione (che spero siano certi e molto brevi) e la carenza di lavoratori nel comparto edile (soprattutto di quelli qualificati). Quest’ultima preoccupazione deriva da una mia esperienza: le imprese appaltatrici dell’ampliamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, (per la presenza di svariate gallerie) cercavano operai “minatori” e, purtroppo, lavoratori con tale qualifica non erano presenti in tutta la provincia di Salerno con il risultato che tutti i minatori assunti erano di altre provincie o regioni. Facendo tesoro dell’esperienza del cantiere della Salerno-Reggio Calabria e in considerazione dei cantieri in procinto di partire con il Pnrr, gli Enti Bilaterali già si sono organizzati per formare tutte le figure lavorative che il comparto edile richiederà e/o impiegherà a breve. Tale sfida dovrà essere e sicuramente sarà vinta, perché la realizzazione delle opere del Pnrr contribuiranno allo sviluppo e al rilancio del territorio salernitano e porteranno nuova liquidità nelle casse delle imprese salernitane, molte delle quali ancora in sofferenza per il blocco della cessione dei crediti di Superbonus e Sisma bonus».