di Arturo Calabrese
“Castellabate al Centro” è il gruppo di opposizione dell’omonimo comune ed è una di quelle realtà politiche non si mette contro l’amministrazione a prescindere, ma che invece lavora per il bene della comunità. È il caso dell’ultimo consiglio comunale: l’argomento era il PNRR e l’esclusione del centro di “Benvenuti al Sud” dalla progettualità inerente la casa della comunità, una sorta di piccolo ospedale di prossimità in cui l’Azienda Sanitaria Locale eroga i vari servizi. In provincia di Salerno sono 33 le case della comunità previste e tra esse era assente Castellabate. Domenico Di Luccia e Catina Tortora, i due rappresentanti della lista, hanno presentato al consiglio una mozione con la quale chiedere l’immediata candidatura di Castellabate ad ospitare una di tali strutture. «Dopo una approfondita discussione – dichiarano i due consiglieri – abbiamo approvato all’unanimità la nostra mozione: “Mozione urgente per il mancato inserimento del Saut di Santa Maria nella progettazione regionale sanitaria finanziata dal PNRR”. È un argomento importantissimo per il futuro di Castellabate: la candidatura per ospitare una struttura di assistenza sanitaria di prossimità territoriale nel nostro comune. Contestualmente – aggiungono – abbiamo recepito ed approvato con convinzione la proposta, formulata da quattro consiglieri di maggioranza e indirizzata al direttore generale dell’Asl di Salerno, di potenziamento immediato del Saut di Santa Maria». Una vera e propria collaborazione, dunque, per il futuro di Castellabate alla quale era stato di fatto scippato un diritto fondamentale. Collaborazione che però si è limitata solo nell’accogliere vicendevolmente delle proposte, ma che segue una dura battaglia portata avanti da Di Luccia e Tortora con tanto di manifesto pubblico. «Le candidature per ospitare le strutture di prossimità territoriale che prevedono l’attivazione, lo sviluppo e l’aggregazione di servizi di assistenza primaria oltre alla realizzazione di centri di erogazione dell’assistenza – scrivono – riguardano i Comuni di Olevano sul Tusciano, Capaccio Paestum, Eboli, Vallo della Lucania, Pollica, Bellosguardo, Bellizzi, Pontecagnano Faiano, Caselle in Pittari, Sala Consilina, Oliveto Citra, Agropoli, San Giovanni a Piro, Centola, Buccino, Sapri, Tramonti, Teggiano. Castellabate è la grande assente. Il che potrebbe significare il perdurare della totale assenza sul territorio comunale di un centro funzionale di primo intervento/soccorso. Ricordiamo – aggiungono – che la disciplina costituzionale prevede un diritto alle prestazioni sanitarie, il che significa il dovere per tutti i livelli istituzionali della Repubblica di porre in essere le condizioni strutturali attraverso le quali assicurare un’effettiva tutela della salute nei confronti degli individui. Ci chiediamo allora – e qui una serie di quesiti – che fine ha fatto la sinergia istituzionale? La famosa filiera? Che fine hanno fatto le “chiavi” che dovevano aprire i “portoni importanti”? Se ci sono, è il momento di usarle! Questa è un’occasione che Castellabate non può perdere! Per questo abbiamo presentato una nuova mozione consiliare, per far sì che il Sindaco assuma l’impegno per ottenere l’inserimento di Castellabate nella riorganizzazione delle strutture sanitarie di prossimità territoriale, se necessario, anche con un’azione di protesta politica nei confronti del governo regionale. Noi saremo dalla sua parte! Schopenhauer diceva: “la salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente”. Chiavi o non chiavi, sembra che, per il momento, Castellabate debba continuare a bussare ai portoni – concludono – ma, mai come per questa occasione, speriamo che qualcuno ci apra!».