L’Università di Salerno ha il suo nuovo Osservatorio Astronomico. La nuova cupola è stata ricollocata sul tetto dell’edificio F del campus universitario, nella stessa posizione che ospitava la struttura precedente danneggiata dal maltempo e chiusa nel 2019. L’Osservatorio Astronomico UNISA, nato su impulso del prof. emerito Gaetano Scarpetta, nell’ambito del gruppo di ricerca in Astrofisica nel Dipartimento di Fisica “E.R. Caianiello” dell’Ateneo, è sempre stato impegnato nei suoi primi otto anni di attività sia sul fronte della didattica che nella divulgazione della ricerca scientifica, con la guida del Prof. Valerio Bozza. Il progetto di riqualificazione e ricollocazione è stato curato e supportato in ogni sua fase dall’Ateneo, a riconoscimento del valore scientifico dell’iniziativa. La nuova cupola di 6,5 metri di diametro – il cui progetto di ricollocazione è stato seguito e supportato dall’Ufficio Tecnico di Ateneo – si conferma la più grande all’interno di un campus universitario in Italia. Ospiterà il telescopio Ritchey-Chrétien da 60cm, rimesso a nuovo per l’occasione e pronto a puntare di nuovo il cielo. La nuova struttura è stata realizzata con un telaio in acciaio progettato per resistere a raffiche di vento fino a 200 km all’ora. Tecnici specializzati sono al lavoro per completare gli impianti; il telescopio con la relativa strumentazione è stato posizionato ma restano da completare gli interventi di calibrazione, allineamento del telescopio con l’asse polare, modellazioni. A inizio semestre accademico, a settembre, tutto sarà pronto per ospitare gli studenti e le studentesse del Corso di Laurea in Fisica e agli appassionati e le appassionate di Astronomia e Astrofisica. Negli anni la struttura ha ospitato diverse esperienze osservative nell’ambito del Laboratorio Specialistico, spaziando dalla ricerca di pianeti allo studio di galassie e quasar. Come naturale completamento di questo percorso, numerose tesi di laurea sono state assegnate per l’osservazione di oggetti astronomici di particolare interesse. Quello di Salerno è tra i pochissimi osservatori astronomici italiani realizzati all’interno di un campus universitario. Gli altri sono localizzati su montagne e siti di osservazioni distanti dalle università. A Fisciano, invece, la minore presenza di inquinamento luminoso e atmosferico ne ha consentito l’installazione all’interno del campus stesso. L’idea – spiega il professor Valerio Bozza – è di continuare a renderlo fruibile almeno una volta al mese per tutti gli appassionati e i visitatori, con serate di osservazione gratuite su prenotazione. L’Osservatorio ha lavorato, negli anni scorsi, quasi ogni notte nell’ambito di diversi programmi di validazione di candidati pianeti extrasolari anche a servizio di missioni spaziali come Gaia e TESS, contribuendo a 14 pubblicazioni scientifiche, tra cui spicca la scoperta di KELT-9b, il pianeta più caldo della Galassia, che è apparsa sulla copertina di Nature.
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