L’ultimo saluto ad Antonio Rastrelli, presidente gentiluomo della Campania Polemiche per il saluto romano - Le Cronache
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L’ultimo saluto ad Antonio Rastrelli, presidente gentiluomo della Campania Polemiche per il saluto romano

L’ultimo saluto ad Antonio Rastrelli, presidente gentiluomo della Campania Polemiche per il saluto romano

di Andrea Pellegrino

Napoli ha salutato Antonio Rastrelli, l’ex presidente della Giunta regionale della Campania dal 1995 al 1999, storico militante della destra napoletana (prima con il Msi e poi con An), morto a Ferragosto all’età di 91 anni, stimato per il suo rispetto delle istituzioni e degli avversari politici. All’uscita dal feretro dalla chiesa del Sacro Cuore alcune persone hanno salutato il feretro con il saluto romano urlando per tre volte “camerata Rastrelli! Presente’. Ed è scoppiata la polemica. Il vicesindaco, Enrico Panini, che era presente alla cerimonia funebre, in una nota ha poi stigmatizzato il fatto. «Una manifestazione, questa, davvero deplorevole e che condanniamo nettamente, che nulla ha a che fare con il dolore – che rispettiamo sempre – ma che ripropone parole e rituali sconfitti dalla storia», ha scritto. Gremita fino all’uscio la chiesa del ‘Sacro Cuore’ al corso Vittorio Emanuele a Napoli. A rendere l’ultimo saluto a Rastrelli, ricordato come il “politico galantuomo” si sono raccolti anziani e giovani militanti del centrodestra ma anche i rappresentanti delle istituzioni. In prima fila, infatti, c’erano, oltre al vicesindaco Panini, il vicepresidente della Giunta regionale della Campania, Fulvio Bonavitacola, il vicesindaco di Napoli, Enrico Panini, l’ex senatore e presidente della Provincia di Salerno, Alfonso Andria e quello della Provincia di Roma, Silvano Moffa e l’ex sindaco di Benevento, Pasquale Viespoli. Oltre a tanti altri esponenti politici della prima e della seconda Repubblica. Antonio Rastrelli, fratello di don Massimo – lo scomparso religioso gesuita che a Napoli dette vita, negli anni ’80, alla fondazione antiusura “San Giuseppe Moscati” – è stato militante del Msi (ricoprendo anche il ruolo di segretario amministrativo) ma anche consigliere comunale e provinciale di Napoli, deputato, senatore, sottosegretario nel primo governo Berlusconi, fino a diventare presidente della Regione Campania nel 1995. Ma sempre, come ha ricordato dall’altare il figlio, «ha rispettato le istituzioni». Due giorni dopo l’elezione alla presidenza della Regione (23 aprile 1995), volle prendere parte alla cerimonia del 25 aprile. «Politico d’altri tempi, è stato un punto di riferimento per tutte le classi dirigenti, oltre gli schieramenti di appartenenza – ha detto il Governatore Vincenzo De Luca – Ha agito sempre con coerenza e grande rispetto delle istituzioni». «Siamo sempre stati su posizioni politiche diverse e perfino opposte: lui veniva dal Msi ed io dal Pci. Ma tutti e due con il senso delle istituzioni», ha scritto invece l’ex presidente della Regione, Antonio Bassolino.