di Emanele Landi
Una tragedia immane. Questo il commento che risuona forte e chiaro tra i presenti alle esequie di Biagio Capacchione, celebrate alle ore 15 alla chiesa di Sant’Agnese di Sava. Il funerale del 63enne assassinato lo scorso 27 dicembre ha scosso la popolazione di Baronissi. La folla davanti all’abitazione di Capacchione e la folta presenza durante la celebrazione eucaristica dimostrano un grandissimo affetto per una personalità molto nota a Baronissi.
Padre Enrico Agovino, durante la sua riflessione, ha voluto ricordare così Biagio Capacchione: “Affidiamo il nostro fratello Biagio alla misericordia del padre. Dobbiamo aprire il nostro cuore alla presenza del Signore che ci deve accompagnare. Gesù più volte ci ha indicato la meta da raggiungere: il Regno dei Cieli. Al termine del nostro cammino saremo anche noi nel Regno dei Cieli. L’anima di Biagio adesso è davanti al Signore. Noi attraverso la Fede e i sacramenti possiamo continuare il nostro cammino di fede e solo con questo noi possiamo comprendere il suo amore verso ciascuno di noi, che ci accompagna ci sostiene e ci dà la forza a noi che restiamo su questa terra. Anche le parole di San Giovanni nella seconda lettura ci donano fiducia e speranza che non devono mai mancare e ci fanno sperimentare che il nostro Dio è un padre buono. La speranza e la fiducia ci aiutano poi ad essere figli suoi ed osservare i suoi comandamenti. L’incontro col Signore in questi momenti è fondamentale perché ci aiuta a non mollare ed a non cadere di fronte agli ostacoli. La presenza del Signore che abbiamo sperimentato proprio in questi giorni ci aiuta a superare ogni prova e difficoltà. Queste mie parole vanno lette nell’ottica della fede. Questa deve aiutarci nel nostro cammino. Ognuno di noi qui oggi crede nella presenza del Signore il quale con le sue parole, fondamento della nostra vita, ci dà consolazione. La Fede viva e vera che in ogni momento deve portarci a credere ed a sperare. Solo così il nostro fratello Biagio vivrà nel Regno dei Cieli, Ora il nostro fratello vive nel paradiso accanto al nostro Signore. Oggi è la festa della Santa Famiglia, lui che è stato padre, marito, nonno e in tutte queste situazioni ha sperimentato l’amore del Signore. Solo con la preghiera possiamo aiutare l’anima del nostro fratello ed accompagnare la sua famiglia”. “Nessuno merita di essere strappato alla vita in modo così crudele – così ha voluto iniziare il figlio Andrea con una lettera molto toccante – Tante persone ci hanno circondato d’affetto in questi giorni (parenti, amici, collaboratori, clienti, fornitori…) Credo nella giustizia divina ed in quella italiana. Potrei stare qui tantissimo a ricordare come sei stato buono e come ci hai insegnato a vivere nel rispetto della famiglia e del lavoro. Insegnami ad essere un buon padre come tu sei stato con noi. Proteggici da lassù. Ti vorrò sempre bene”.
“In questi giorni ci siamo chiesti perché tutto questo? – Questo il ricordo del nipote Frate Andrea – Nessuno ha il diritto di sostituirsi a Dio. La famiglia e il lavoro erano i due grandi amori di zio Gino. Ho tanti ricordi che mi legano a zio Gino: per me è sempre stato un punto di riferimento. Lui era il perno della famiglia. Noi abbiamo scherzato proprio il giorno di Santo Stefano il giorno prima di lasciarci. Ora dobbiamo andare avanti e dico ad Andrea, che per me è più che un cugino. Adesso dobbiamo andare avanti perché questo sacrificio non sia stato vano. Chiudo con una frase di sant Agostino: “Non ti chiediamo perché ce l’hai tolto ma ti ringraziamo per il tempo che ce l’hai donato”.