Tra le decine di cifre che compongono bilancio di previsione – ruoli tari, tasi e tosap – non potevano mancare le Luci d’Artista. Questa volta, però, non si tratta di apporre in bilancio i milioni di euro che occorrono ogni anno per fittare le installazioni luminose, bensì per esaltarne le potenzialità. Così l’evento entra di diritto nel Dup (documento unico di programmazione) come eccellenza del Comune di Salerno. E per avvalorare i costi che Regione Campania (attraverso fondi europei) e casse comunali sostengono, la tesi da reggere è quella dei visitatori. E qui, manco a dirlo, da anni le cifre sono discordanti. Un po’ come la conta dei partecipanti ai cortei o alle manifestazioni pubbliche. Palazzo di Città però avrebbe mantenuto la linea già tracciata da Vincenzo De Luca.
Due milioni e mezzo di presenze, stavolta con tanto di certificazione. Il dato – si legge – è ricavato a mezzo di un apposito sistema telematico di rilevazione delle onde elettromagnetiche emanate dai telefoni cellulari. E poi dicono che i telefonini fanno male!