Luca Palamara: «Ex magistrati in politica con ruoli di spicco? Resta un tema da risolvere»/ VIDEO - Le Cronache
Ultimora

Luca Palamara: «Ex magistrati in politica con ruoli di spicco? Resta un tema da risolvere»/ VIDEO

Luca Palamara: «Ex magistrati in politica con ruoli di spicco? Resta un tema da risolvere»/ VIDEO

di Erika Noschese

https://youtu.be/LSyviYdNT5Q


Resta un tema irrisolto che merita una spiegazione quello degli ex magistrati che entrano in politica con ruoli di spicco quali assessore regionale o comunale. A sostenerlo è Luca Palamara, ex magistrato italiano ed ex membro del Consiglio Superiore della Magistratura balzato agli onori della cronaca in quanto finito a processo con l’accusa di corruzione. Nello specifico, l’ex presidente di Anm è finito al centro di uno scandalo giudiziario dopo che nel 2019 e nel 2020 la stampa riportava notizie su inchieste giudiziarie che lo riguardavano, in particolare sul suo ruolo di mediatore tra le correnti della magistratura, nello specifico, nell’assegnazione di incarichi di rilievo, come quello di Procuratore della Repubblica. Quello degli ex magistrati impegnati attivamente in politica, come nel caso di Franco Roberti a livello regionale e di Claudio Tringali, oggi assessore alla Sicurezza del Comune di Salerno, resta un problema che fatica a trovare una soluzione: «Non abbiamo mai saputo risolvere questi problemi, bisogna avere il coraggio di dire certe cose e io sono a conoscenza di tante vicende che non riguardano però la totalità dei magistrati. Sono situazioni irrisolte che disorientano il cittadino perché i tempi non sono certi, le decisioni non sono uniformi, lungaggini varie e per la paura di essere perseguitati, ma girarsi dall’altra parte (come è capitato anche a me di fare) porta ad una situazione compromettente». Lo ha dichiarato Palamara, ieri a Vietri sul Mare per parlare dei temi portanti del suo libro e dibattere sulla magistratura assieme al direttore di Libero Alessandro Sallusti. Magistratura, politica e stampa, inevitabilmente sono collegate e questo ha generato «un cortocircuito», ha poi aggiunto l’ex numero uno di Anm che ha acceso i riflettori sulla necessità di una seria riforma della giustizia, nonostante il flop del referendum della scorsa estate. «Da un lato, è vero che il referendum non ha raggiunto il quorum ma d’altro lato non dimentichiamo che il referendum è venuto fuori in una giornata di giugno, senza parlarne né spiegarne il senso e al cittadino non si può proporre un quesito tecnico – ha dichiarato l’ex magistrato – il referendum è stata una spia, numericamente conta una parte significativa che si è espressa sulla necessità di una riforma». In quest’ottica potrebbe entrare in gioco la Cartabia ma, ha chiarito Palamara, «dal punto di vista ordinamentale e di come hanno funzionato i rapporti tra magistratura e politica no, non ha assolto a questo problema». Quella di ieri per Luca Palamara è stata l’occasione anche per fare il punto su un altro grande tema: imputati assolti dopo processi lunghi decenni e giudici che non scontano la colpa commessa. «Sotto il profilo dell’azione di responsabilità civile questo è un tema che viene sottomesso. Non va ed emerge dal fatto che nella quasi totalità dei casi i magistrati vengono valutati ma non seriamente. Qui non c’è stata mai la forza di entrare perché da un lato dobbiamo tutelare il lavoro del magistrato altrimenti non decide ma allo stesso tempo non si può far passare il principio che i tempi sono lunghi, i processi dopo dieci anni vadano con assoluzione, i pareri positivi». Tanti sono i temi da affrontare per ridare linfa alla magistratura, a partire dalle correnti interne alla magistratura: «una delle riforme più temute era il sorteggio e secondo me andrebbe provato», ha detto ricordando che tra le tematiche mai affrontate sicuramente la terza età del giudice, la separazione delle carriere, l’obbligatorietà dell’esercizio dell’azione penale rispetto ai quali ci vuole la forza politica e numerica di saperlo fare, «tenendo conto di ciò che vogliono i cittadini, interessati a conoscere queste vicende ma il mio non è un lavoro contro la magistratura e mai lo sarà. È un racconto critico, un punto di vista rispetto a ciò che non ha funzionato».
Il libro
Dopo il successo de ‘Il Sistema’, caso editoriale del 2021, sempre in testa alle classifiche, arrivato a una tiratura di 270 mila copie, Alessandro Sallusti e Luca Palamara tornano con ‘Lobby & Logge’, in libreria l’8 febbraio per Rizzoli come il precedente libro del giornalista e dell’ex magistrato di cui questo è il seguito. Questa volta l’intervista di Sallusti a Palamara indaga sulle cupole occulte che controllano “il Sistema” e divorano l’Italia. La prima parte del sistema raccontava in sintesi questo intreccio opaco e un pò perverso tra magistratura, politica, informazione nella gestione sia della magistratura che a tratti anche della giustizia mentre il secondo libro prova ad andare in verticale, cioè laddove il Sistema raccontato nel primo libro si salda. “L’intento è quello di continuare sulla strada della verità e della chiarezza. Per quanto mi riguarda ancora di più rafforzato dopo che dal maggio-giugno 2021 c’è stata questa fuoriuscita e diffusione dei verbali della Loggia Ungheria. Da li si è ancora di più rafforzata l’idea di informare i cittadini su come sono andate realmente le cose all’interno della magistratura sempre con un obiettivo: non quello di fare un racconto-contro ma un racconto-per, perchè evidentemente il corto circuito mediatico e giudiziario che si è creato a partire dalla mia vicenda necessità di informare invece correttamente su come sono andate realmente le cose e su come funzionano”, ha dichiarato l’ex magistrato presentando il secondo libro, destinato già a diventare best seller, che vede protagonista la sua figura, il suo ruolo nella magistratura e quel sistema di potere sempre presente e pressante.