di Erika Noschese
Azione Salerno prosegue il suo percorso di riorganizzazione a livello locale e provinciale. Il partito, fondato da Carlo Calenda, su Salerno sta mettendo le basi per avvicinarsi ulteriormente ai cittadini tanto che è breve ci sarà l’inaugurazione della nuova sede, in pieno centro cittadino. Intanto, per la nomina di coordinatore cittadino è stato individuato l’avvocato Luca Monaco, presidente dell’associazione Nova Juris, da sempre in prima linea per i diritti delle donne. Avvocato Monaco, ha preso il via il suo impegno politico: segretario cittadino di Azione. Perché l’ha scelta di aderire al partito? «Ho aderito ad Azione fin dalla sua fase embrionale, promuovendo la nascita del primo circolo cittadino e contribuendo alla sua crescita su tutto il territorio provinciale insieme agli amici della prima ora e a quelli che si sono uniti a noi lungo il percorso. Alla base della scelta c’è stata la condivisione dell’idea di fondo del leader nazionale, Carlo Calenda, che è quella di superare il bipolarismo muscolare che ha caratterizzato la politica nazionale dal 1993 in poi, trasformandola in una perenne partita di calcio. In questo contesto, l’elettorato sembra ormai essersi assuefatto a una concezione fideistica della politica, in cui le proposte e i programmi dei partiti sono degradati a una sorta di brand commerciale, spesso dannosi se non palesemente irrealizzabili, perché funzionali esclusivamente alla ricerca spasmodica del consenso. Invece la politica dovrebbe recuperare la sua funzione originaria, ovvero quella di scienza e arte del governare. Nell’era della comunicazione smart e della banalizzazione di questioni serie, può apparire un approccio utopistico. Ma è doveroso provarci». Azione a breve inaugura la sede cittadina, in pieno centro. Una occasione per avvicinare i cittadini al partito… «L’inaugurazione della sede provinciale di Azione, peraltro nella città capoluogo, fortemente voluta in primis dall’On. Antonio D’Alessio e dal Segretario provinciale Gigi Casciello, rappresenta, al tempo stesso, sia il risultato che il presupposto della costante opera di strutturazione e di crescita del partito nel territorio. La politica, soprattutto in ambito comunale, non può essere demandata in via esclusiva ai social network ma necessita di una sua dimensione fisica. Il cittadino ha bisogno di punti di riferimento, deve avere la possibilità di interloquire con i rappresentanti del partito nelle istituzioni, di rapportarsi con la dirigenza locale. Di riflesso, un partito che voglia proporsi per amministrare la città deve essere capace di stare tra la gente per recepirne le piccole e grandi problematiche che scandiscono la quotidianità dei salernitani, ridimensionandone le aspettative in termini di qualità della vita. La sede provinciale di Azione non sarà quindi soltanto un luogo di rappresentanza fine a sé stesso, una mera vetrina imbellettata, ma dovrà essere uno spazio di aggregazione e confronto, di discussione, di condivisione, in una parola, di partecipazione». L’ex sindaco De Biase ha duramente attaccato l’amministrazione Napoli. Lei cosa ne pensa? «Non entro nel merito di una polemica che, tutto sommato, è interna a un altro partito. Mi limito a riflettere su una considerazione dell’ex Sindaco di Salerno. Quando dice che gli attacchi del Presidente De Luca al Sindaco Napoli sarebbero espressione di un “gioco delle parti”, esprime ciò che molti salernitani pensano, ovvero che l’attuale amministrazione comunale di Salerno si ponga nel segno della piena continuità politica con le precedenti compagini amministrative guidate dall’attuale Presidente della Regione Campania». Cosa manca a questa città per essere attrattiva? «Bisognerebbe cominciare dalle cose semplici, basilari e, per questo, essenziali: pulizia, manutenzione, servizi. Dispiace dirlo, ma Salerno attualmente è una città sporca, trasandata, abbandonata a sé stessa. E poi è essenziale recuperarne l’identità storica, culturale e architettonica. Va riconosciuto alle primissime amministrazioni di De Luca di avere recuperato e rivitalizzato la parte “bassa” del centro storico, come via Mercanti, via Roma, la zona del Duomo e Largo Abate Conforti. Poi niente altro è stato fatto in circa trent’anni. La restante parte del centro storico è come un tesoro rinchiuso in un vecchio forziere dimenticato. È ormai ridotto a borgo fantasma, spesso sconosciuto persino agli stessi salernitani. Occorrerebbe promuovere il restauro delle facciate dei tanti edifici di pregio architettonico, rimasti in gran parte fatiscenti. Ne andrebbero valorizzate le corti sontuose. Bisognerebbe adoperarsi per l’apertura di uffici comunali, attività culturali, esercizi commerciali e ristorativi, servizi turistici in tutti i vicoli della Salerno antica. Insomma, va ridata vita a tutto il centro storico per trasformarlo davvero in epicentro e volano dell’economia turistica della città». Autonomia differenziata, cosa pensa della battaglia di De Luca? «È una questione estremamente complessa, non ridimensionabile a sterile contrapposizione tra favorevoli a prescindere e contrari a prescindere, in base allo schieramento politico di appartenenza o alla convenienza del momento. Ad esempio, ricordo a me stesso che, soltanto qualche anno fa, il Presidente De Luca era favorevole». Cultura, a Salerno manca una visione strategica. Quali proposte? «L’offerta culturale è spesso sintomatica ed espressiva della qualità di vita di una città, oltre che della sua capacità attrattiva. La cultura non può essere un mero fenomeno occasionale, non adeguatamente accompagnato da una visione strategica, per lo più limitato alla programmazione stagionale del Teatro Verdi e a qualche singolo evento. I piccoli teatri sono in sofferenza e mancano veri e propri spazi di sperimentazione. In proposito mi riallaccio a quanto dicevo prima. Bisognerebbe valorizzare il patrimonio storico, artistico e culturale della città, favorirne la fruibilità anche per lo svolgimento di attività creative e di sperimentazione, riscoprire l’identità e le tradizioni cittadine, ormai quasi impalpabili». Salerno è una città a misura di ragazzo? «Dipende da cosa si intenda per “città a misura di ragazzi”. Salerno è una realtà, nel complesso, ancora abbastanza sicura, malgrado alcuni occasionali fenomeni delinquenziali. E questo è sicuramente un punto a suo favore. Però se ne vogliamo discutere in termini di coinvolgimento, partecipazione, spazi, opportunità, il discorso cambia. Penso, a mero titolo esemplificativo, alla necessità di incrementare e riqualificare gli impianti in cui i ragazzi possano praticare attività sportive e di cui c’è penuria in tutto il territorio comunale».