di Pina Ferro
La città di Salerno ieri mattina si è svegliata con un terremoto politico e giudiziario. Associazione a delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti e corruzione elettorale. Sono i reati di cui è accusato Giovanni Savastano, detto Nino, consigliere regionale del movimento Campania Libera, nei confronti del quale è stata eseguita una misura cautelare applicativa della custodia domiciliare. Degli stessi reati dovrà rispondere Fiorenzo Zoccola, meglio conosciuto come Vittorio, presidente di una cooperativa sociale e gestore di fatto di diverse altre cooperative che avevano in gestione la manutenzione ordinaria e conservativa del patrimonio del Comune di Salerno. Nei suoi confronti è stata eseguita una misura applicativa della custodia in carcere. Ad eseguire le ordinanze, alle prime luci di ieri, sono stati gli agenti della squadra mobile della Questura di Salerno, su disposizione del Gip (giudice indagini Preliminari) del tribunale di Salerno, Geraldina Romaniello che ha accolto le richieste formulate dalla locale Procura. Nell’ambito dell’indagine, Luca Caselli, dirigente del settore ambiente del Comune, è finito ai domiciliari ed è accusato di associazione a delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti inerenti l’aggiudicazione di appalti. Stesse accuse mosse nei confronti di imprenditori di fatto, titolari delle cooperative aggiudicatarie degli appalti, per i quali è stato disposto il divieto di dimora nel Comune di Salerno. Nino Savastano, consigliere regionale della Campania eletto nel 2020 ed esponente del movimento Campania Libera, è stato consigliere comunale, poi assessore (sempre a Salerno) nelle giunte dell’allora sindaco Vincenzo De Luca e del primo cittadino rieletto Vincenzo Napoli, quindi consigliere provinciale. Oggi in Consiglio regionale fa parte del gruppo consiliare di maggioranza Campania Libera. Il Gip Romaniello ha disposto la custodia cautelare in carcere per Fiorenzo Zoccola; gli arresti domiciliari per Nino Savastano e Luca Caselli entrambi residenti a Salerno.
Divieto di dimora
Divieto di dimora nel comune di Salerno per gli imprenditori Davide Francese, Dario Renato Citro, Vincenzo Landi, Minelli Davide, Maria Grazia Mosca, Patrizio Stompanato di Giffoni Sei Casali; e Lucia Giorgia.
Gli indagati
Sono indagati a piede libero: il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, l’ex presidente di Salerno Pulita Antonio Ferraro, Mauro Meo, Marcello Ciotta, Ciro Mandola, Marcello Senatore, Ugo Ciaparrone, Daniele Gargiulo, Pasquale Soglia, Giuseppe Romeo, Rosaria Sbozza, Luciano Nautili, Giuseppe Trezza, Honeylet Zoccola, Giovanna Catanzaro, Pio Zoccola ed Emanuele Zoccola. Dall’attività investigativa espletata è emerso che la gestione degli affidamenti per la manutenzione del patrimonio comunale e delle relative proroghe da parte del Comune di Salerno in favore di cooperative sociali di tipo B sia caratterizzata da rilevanti profili di illiceita penale, con gravi ricadute in termini di gestione del denaro pubb!ico, violazioni del principia di libera concorrenza tra operatori economici e possibili inquinamenti nelle consultazioni elettorali. “Accurate investigazioni – scrive il Gip Romaniello – hanno disvelato che sin dal 2002 l’attribuzione di servizi in favore di enti caratterizzati da scopi mutualistici era irregolare (per l’assenza di requisiti in capo alle cooperative, necessari per l’assegnazione dei servizi da parte del Comune di Salerno), grazie alla complicità di funzionari pubblici, che hanno agito non per il buon andamento della pubblica arnministrazione, bensi per tornaconti personali o comunque di parte”.