di Jacopo Tafuri
Luca Bassanini, esperto e certificato maestro d’ascia, svolge attività cantieristica, di rimessaggio, restauro e costruzione navale; lo zio Angelo Bassanini, maestro d’ascia sin dagli anni ’50, avviò l’attività in società con il fratello Franco, padre di Luca, alla fine degli anni ’80.
Il giovane Luca si affiancò al genitore ed allo zio e si appassionò al lavoro fino ad acquisire competenze tali da poter essere certificato maestro d’ascia dallo stesso zio potendo, sin dal 2002, svolgere in proprio l’attività di cantieristica oggi conosciuta in tutta Italia dagli appassionati e cultori di barche in legno.
Il suo sito web non poteva avere nome più bello “Maestrodascia”, rimandando immediatamente la mente al mastro d’ascia da cui deriva il dialettale masteràscio (come riportato nel dizionario napoletano – italiano) o, scritto come si pronuncia o “masturrasc”.
Quali sono i punti di forza del suo cantiere, perché rivolgersi a lei?
“L’esperienza accumulata, e in questo caso certificata come maestri d’ascia, ci consente di affrontare qualsiasi lavoro di carpenteria navale, di risolvere le più svariate problematiche ed è garanzia di lavoro svolto a regola d’arte; veniamo contattati da ogni parte d’Italia per il restauro delle barche d’epoca e per le manutenzioni specifiche di barche in legno”.
In tanti saranno stupiti nel constatare che c’è chi, ancora oggi, ha le conoscenze e le capacità di costruire una imbarcazione in legno, ci spiega la differenza tra imbarcazione in legno e in vetroresina (a parte il materiale, chiaramente)?
“Legno e vetroresina hanno due anime diverse ma anche modalità di gestione diverse: il legno è la passione, il fascino, gli odori, la storia; la vetroresina è l’aspetto industriale della nautica. La barca in legno prevede una cura più specifica rispetto alla barca in vetroresina: il legno è un materiale vivo e va costantemente manutenuto con pitturazioni, controllo dello stato dei legni, della chiodagione (controllo dello stato di erosione dei chiodi che fanno da tenuta al fasciame e verifica dell’esistenza di infiltrazioni d’acqua intorno ai chiodi stessi, al fine di accertare che non vi sia perdita di impermeabilità dello scafo) e della impermeabilità dell’opera viva (la carena); la vetroresina è stabile, prevede manutenzioni limitate a semplici lucidature estetiche e minime riparazioni. C’è da dire che il legno sta vivendo e vivrà sempre di più una nuova vita in quanto, essendo un materiale ecocompatibile, è semplice da smaltire, a differenza della vetroresina, complicata e molto costosa da smaltire”.
Ci dà qualche consiglio: se volessimo acquistare una imbarcazione, cosa dovremmo valutare, come potremmo decidere quale tipologia scegliere tra quelle in legno o in vetroresina?
“Il mercato della nautica è molto variegato, per l’acquisto di una barca in legno di medie o piccole dimensioni, consiglierei un gozzo, tipologia versatile, comoda, per tutte le esigenze, sicura e commercialmente forte sul mercato; la vetroresina offre soluzioni per tutte le esigenze, basta passeggiare su un marina o in un salone nautico per trovare sicuramente qualcosa di idoneo alle proprie esigenze. Le due soluzioni, legno o vetroresina, sono due binari paralleli ma con “velocità” diverse: il legno è di nicchia, per appassionati, cultori, collezionisti, amanti della tradizione e nostalgici, la vetroresina è per tutti, è il pane quotidiano della nautica”.
Una azienda artigiana come la sua trova le figure che gli necessitano per la produzione, o non c’è futuro per questo mestiere, le nuove generazioni sono interessate a questo tipo di artigianato?
“E’ molto difficile trovare le figure specializzate per il nostro settore, peraltro, la produzione nautica nella nostra provincia è finita da un po’ di anni e non c’è stata rigenerazione di maestranze, per cui, a volte ci tocca rinunciare ad alcuni lavori o realizzarli con tempi lunghi con la nostra forza lavoro. I giovani locali sono poco interessati al settore nautico, devo dire che, sui miei siti internet, ricevo più richieste da giovani olandesi e belgi che sono molto interessati alla formazione presso il mio cantiere”.
Qual è stata l’imbarcazione più importante o più bella che ha prodotto, il lavoro più soddisfacente che ha fatto, l’imbarcazione più strana che ha dovuto realizzare?
“Svolgo questo lavoro da trenta anni, abbiamo restaurato ventotto barche d’epoca, in legno; natanti di interesse storico, condividendo l’entusiasmo e la passione con i loro armatori. Il lavoro più importante, impegnativo e prestigioso, è stato il restauro di un offshore del 1962 in legno di mogano, appartenuto al più importante industriale italiano e progettata dal guru della motonautica mondiale; il lavoro è durato quattro anni, è in fase di ultimazione, la barca sarà consegnata a settembre. È il lavoro in cui abbiamo messo alla prova la nostra esperienza e motivato la nostra passione”.