di Ersilio Marra Antonio
Lombardi, presidente nazionale di federcepicostruzioni: l’Unione europea ha finalmente approvato la delibera per le Case Green: in cosa consiste?
“Penso innanzitutto che rappresenti una grande occasione per riqualificare il nostro patrimonio edilizio ma soprattutto per contenere il consumo energetico e quindi la dipendenza da paesi esteri. In Italia su 12,5 milioni di edifici, il 60% ha un’età media di 59 anni e il 60% è in classe energetica F o G. Entro, rispettivamente, il 2030 e il 2033 questi immobiliti andranno adeguati ed efficientati dal punto di vista energetico. Dal 2030 tutti gli edifici dovranno essere ad emissioni zero”. Il Superbonus ci ha però insegnato che farlo, implica investimenti di non poco conto: quanto costa, per una famiglia che vive in uno di questi immobili più fatiscenti ed energivori, realizzare questa tipologia di interventi? “La spesa media oscilla tra gli 80 e i 100 mila euro per l’impiantistica e la realizzazione del cappotto termico: ma è una stima molto indicativa, giacché i lavori e quindi l’investimento necessario, variano sensibilmente da fabbricato a fabbricato” Cosa avverrà per gli immobili che non si adegueranno? “Subiranno un sensibile deprezzamento. Non è difficile prevedere che sarà sempre più difficile venderli, verranno in qualche modo emarginati dal mercato. È quindi importante, e si muove nella direzione della tutela della principale ricchezza delle famiglie, il disegno di promuovere ed incentivare lavori di contenimento del consumo energetico” Promuovere ed incentivare in che modo? Il Superbonus non pare essersi mosso nella giusta direzione “È quel che vuol far credere una cattiva e superficiale informazione. L’Unione europea auspica ora con questa direttiva, l’implementazione di politiche di sostegno per questo che rappresenta ormai un asset strategico comunitario. Proprio quanto stava appunto facendo con il Superbonus, ma tutto è stato interrotto bruscamente”. Si continua a parlare di un crescente buco in bilancio provocato dal Superbonus “Sono critiche strumentali, basate su dati ed informazioni non approfondite. Il Centro Studi di Federcepicostruzioni ha incrociato una pluralità di banche dati ed informazioni: ne è venuto fuori uno studio che considera in maniera molto più articolata l’impatto degli investimenti sull’economia e sull’ecosistema complessivo. Non si può continuare a parlare dei mancati introiti per i crediti, tralasciando le maggiori entrate connesse agli investimenti realizzati, e che ancora si stanno realizzando, ai nuovi posti di lavoro creati – quasi un milione – e quindi ai maggiori redditi tassabili e maggiori consumi. Non a caso il 34% dei benefici complessivamente generati dal Superbonus sono ad appannaggio della pubblica amministrazione: oltre 36 miliardi, che sommati ai 13,9 che la misura 2.1 del Pnrr ha destinato al Superbonus, già coprono una buona percentuale del presunto buco. 107,3 miliardi di investimenti hanno generato un valore economico di 354 miliardi. I risparmi energetici che conseguiremo strutturalmente in bolletta ammontano a 3 miliardi l’anno, si produrranno 5 GW di energia pulita immetteremo 2,5 milioni di tonnellate in meno di anidride carbonica nell’aria ogni anno, ed il fabbisogno di petrolio diminuirà per 1363 milioni di tonnellate. Sono dati aggiornati al 31 gennaio scorso. È corretta una stima che non tenga conto di tutti questi dati ma solo delle detrazioni nude e crude?” Che ne sarà di questo studio realizzato da Federcepicostruzioni? “Lo abbiamo già trasmesso a tutti i rappresentanti del Governo e a tutti i parlamentari. L’auspicio è che contribuisca ad attivare un’analisi più seria, rigorosa e attendibile del Superbonus, proprio perché come indicato ora anche dall’Unione europea, è imprescindibile attivare misure di sostegno per la riqualificazione del patrimonio edilizio. Anzi, in Italia dobbiamo essere bravi a fare anche di più, ricordando l’elevato rischio sismico del territorio, e promuovendo forme di incentivazione che guardino al consumo energetico, ma anche alla messa in sicurezza antisismica degli edifici” Federcepicostruzioni ha inaugurato una nuova sede a Roma. “La nuova sede romana rappresenta un importantissimo punto di riferimento per tutto il sistema Cepi, che ormai necessitava di maggiori spazi, meglio collocati strategicamente. La nuova sede, in Corso Vittorio Emanuele, è in una posizione estremamente strategica: a pochi passi dai punti nevralgici decisionali della politica italiana. Consentiranno a tutto il sistema Cepi, e quindi anche a Federcepicostruzioni, un raccordo più stretto con le istituzioni soprattutto parlamentari e governative”.