Al Teatro delle Arti questa domenica tre spettacoli con la Compagnia dell’Arte impegnata nel rievocare la lotta della fanciulla e della strega cattiva, per la regia di Antonello Ronga
Di Olga Chieffi
“Biancaneve” è il penultimo appuntamento della rassegna “C’era una volta 11” e torna in scena dopo sei anni. In questa lunga domenica al Teatro delle Arti, con ben tre spettacoli, alle 11, per il matinée, alle 17 in pomeridiana e alle 19,15 per il gran finale In scena saranno in scena Mariachiara Basso, Teresa Di Florio, Francesca Canale, Emanuela Emma Tondini, Mauro Collina, Gianni D’Amato, Chiara D’Amato, Valentina Tortora, Dario Stella, Francesco Masturzo, diretti dal regista Antonello Ronga, con le coreografie di Fortuna Capasso per il corpo di Ballo del Professional Ballet di Pina Testa e le scene saranno della Bottega San Lazzaro, e i costumi di Paolo Vitale. Le fiabe hanno un filo rosso che le lega contengono tutte un percorso iniziatico, da Pinocchio, a Cappuccetto Rosso, dal Flauto Magico, al piccolo soldatino di stagno. Biancaneve come ogni inizianda, vaga nella foresta in cerca di se stessa, dimora del Signore degli Animali, degli Spiriti della Natura e degli Antenati. Stanca ed affamata, la fanciulla trova la casina dei Sette Nani, un luogo ctonio dove l’inizianda dovrà restare in isolamento per un lungo periodo, esattamente come Deirdre nella fortezza e le Arrefore nell’Acropoli di Atene. Per Biancaneve inizia il periodo di apprendistato nelle arti domestiche come futura moglie e donna nella casa dei nani. I Sette Nani lavorano tutto il giorno e tornano a casa solo al calar del Sole, e durante il giorno cercano metalli preziosi nelle gallerie del sottosuolo. I nani sono spiriti della Terra e rappresentazione degli Antenati del Clan. Esattamente come un’inizianda che si trova dentro ad una capanna, Biancaneve viene posta sotto la protezione degli Antenati che la guidano verso il suo percorso iniziatico. Infine, la fiaba narra della morte di Biancaneve a causa di una mela avvelenata donatale dalla madre / matrigna travestita da contadina: qui avviene un’altra morte rituale che segna un altro passaggio fondamentale nel cammino spirituale dell’inizianda. La mela avvelenata fa cadere l’inizianda in uno stato alterato di coscienza, un profondo sonno, poi la rinascita, l’inizianda Biancaneve è finalmente ammessa nella comunità come membro adulto, grazie al Principe azzurro, come donna capace di dare la vita. La Compagnia dell’Arte ne presenta, naturalmente, un riadattamento e porta in scena le avventure della piccola e dolce fanciulla e la lotta con la cattiva strega e i simpaticissimi sette nani. “Rivisitazione” perché la favola è stata riadattata e resa “ più moderna ed accattivante” con contaminazioni di musiche moderne e classiche insieme che rendono il racconto, impreziosito da costumi spettacolari e da un’ imponente scenografia, una commedia musicale emozionante adatta ai grandi ed ai bambini.