“I dati ISTAT sono avvilenti: il numero dei divorzi si incrementa sempre più, anche in coincidenza con l’introduzione del cosiddetto “divorzio breve” attraverso la legge 55/2015 e che ha generato un ulteriore forte impatto. L’evoluzione normativa agevola le “rotture familiari”.Proprio nel 2015, anno di introduzione del “divorzio breve”, l’Istat nel suo report su “Matrimoni, separazioni e divorzi” ha osservato che l’introduzione del “divorzio breve” ha registrato un consistente aumento: 82.469 (+57% sul 2014). La legge italiana non parla mai di divorzio ma parla di cessazione degli effetti civili del matrimonio. Il giudice può pronunciare il divorzio quando si è assicurato che la comunione spirituale e materiale tra i coniugi non può essere mantenuta o ricostituita in presenza di una delle cause previste dalla stessa legge. Prima dell’introduzione di tale modalità di scioglimento, una delle due parti doveva dimostrare una responsabilità causale del partner, ossia, nello specifico: l’abbandono, la crudeltà o l’adulterio. In ambito della cessazione ed il troncamento di qualsivoglia rapporto tra i coniugi, “Va rimarcata – osserva il noto avvocato salernitano Gennaro Fiorillo – la diminuzione dei tempi che prima consistevano in tre anni, mentre, attualmente, in caso di separazione consensuale, si può chiedere il divorzio 6 mesi dopo l’omologa della separazione o dodici mesi dopo, in caso di separazione giudiziale. Questa riduzione dei tempi va a conformarsi agli standard europei. Dal mio punto di vista e dalla mia esperienza – prosegue – noto che, vi è un aumento costante, un vero e proprio aumento esponenziale dal profilo statistico. I rapporti coniugali sono tutti “figli del proprio tempo” e ciò si traduce, difatti, in una minore predisposizione allo spirito di sacrificio rispetto a quello che vi era prima, al senso unitario della famiglia, che ultimamente viene sempre meno nell’epoca dei social che esasperano il tutto. Anche l’emancipazione della donna, com’ è giusto che sia, ha inciso molto a riguardo, poiché la donna, finalmente non si sente più costretta a subire ma, attraverso la sua indipendenza (anche e soprattutto sul fronte economico), sa che, anche da sola, può farcela. Al contempo però, tra i separandi, si “molla” spesso anche per un “nonnulla”, per cose effimere, per motivazioni banali e non di una certa gravità. Manca dunque lo spirito di sacrificio ed il dialogo da parte di entrambi i coniugi, inteso ovviamente non in un immolarsi totale od annichilimento, ma rinvenire un giusto compromesso tra le parti. E’ da dire inoltre conclude l’avvocato Fiorillo – che il numero di separazioni e divorzi è abbastanza diverso nelle diverse zone d’Italia, dunque si è figli non solo di questa era tecnologica, virtuale e digitale, ma anche delle proprie zone territoriali da cui derivano attitudini diverse”.
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