di Monica De Santis
Ne abbiamo iniziato a parlare a febbraio, e poi ancora di mese in mese. Quasi come un presentimento, abbiamo intuito sin da subito che quella che stava per arrivare, ovvero l’estate 2022, sarebbe stata per Salerno la più triste degli ultimi anni. E alla fine abbiamo avuto, nostro malgrado, ragione. E alla fine anche i cittadini se ne sono accorti ed hanno iniziato a farlo presente a chi, invece, continua ad illudersi di vivere in una città in pieno fermento. In realtà forse, non si illude, ma cerca di far illudere i cittadini, parlando di una Salerno aperta alla cultura e allo spettacolo, con una programmazione variegata che dura tutto l’anno e che cresce nel periodo estivo, una città, insomma, in pieno fermento. Un’illusione appunto, perchè, proprio in quest’estate, quella, forse della vera ripartenza dopo i due anni bui dell’emergenza sanitaria, la città Capoluogo, quella con la piazza più grande d’Europa, ha offerto e continua ad offrire poco o nulla. E come detto se ne sono accorti anche i cittadini che hanno iniziato a farlo presente. E così un post pubblicato sulla pagina ufficiale del sindaco Vincenzo Napoli, nel quale si esaltava un fine settimana ricco di appuntamenti è diventato, per gli iscritti al social, il modo per smentire, ed a ragione, quanto scritto. Già, perchè non si può parlare di un fine settimana ricco di eventi, quando in realtà gli appuntamenti in cartellone sono solo tre, quattro se si vuol contare quello di venerdì sera al Barbuti Festival. Tre appuntamenti, di cui due andati in scena sabato ed uno in programma per oggi. Per un totale di 800 posti a sedere disponibili (1100 se si considera anche lo spettacolo di venerdì) per una città che conta più di 100mila abitanti e che, proprio come ha scritto il sindaco in questi giorni sta registrando la presenza di numerosi turisti, il rapporto domanda – offerta è praticamente nullo. E per offerta non ci riferiamo al tipo di spettacoli in programmazione che sono di tutto rispetto, ma ci riferiamo alla capienza e al numero di spettacoli che sono davvero pochi in rapporto al numero di abitanti della città e di turisti presenti. Ed è questo quello che gli utenti di Facebook hanno evidenziato sotto il post del sindaco. Lamentando di una programmazione completamente assente, tanto che nel giorno di ferragosto nelle ore serali l’unica cosa che si poteva fare in città era andare a mangiare o bere in uno dei locali della movida oppure farsi una passeggiata per le vie del centro. Per il resto il nulla.
Da Gualazzi al Cilento Fest, la provincia in festa
Non serve guardare troppo lontano. Non serve guardare a Napoli, Avellino, Benevento e Caserta. Basta allontanarsi di pochi chilometri, al massimo una quarantina per scoprire che le cittadine intorno a Salerno sono vive e davvero in pieno fermento. Se nella giornata di ieri Salerno ha offerto due spettacoli per soli 500 spettatori, Campagna ha invece offerto nella Cattedrale cittadina il concerto del Premio Paganini Giuseppe Gibboni, Perito in piazza il “Cilento Fest”, Vatolla la “Festa della Cipolla”, a Castelnuovo Cilento nell’incantevole Castello è stata proposta “La gatta Cenerentola” e a Paestum nell’Area Archeologica c’erano Raphael Gualazzi e Simona Molinari, senza citare tutti gli eventi messi in scena in Costiera e nell’Agro. Insomma non è Salerno una città in fermento, ma la sua provincia