di Massimo Salvo
Due esplosioni, l’una a pochi minuti di distanza dall’altra, intorno alle 8: la prima all’aeroporto di Zaventem, nella zona delle partenze; la seconda a pochi passi da lì, nella zona arrivi. Le esplosioni sono state causate da alcuni attentatori suicidi, che hanno provocato la morte di 11 persone e il ferimento di circa un centinaio. Poco dopo le 9, poi, di nuovo l’inferno: una terza esplosione ha fatto nuove vittime nella stazione metropolitana di Maalbeek, nel centro di Bruxelles, non lontano dalla zona in cui si trovano le sedi delle principali istituzioni dell’Unione europea. Il sindaco della Capitale, Yvan Mayeur, nel primo pomeriggio ha diffuso i tragici dati dell’ultima esplosione: alla stazione di Maalbeek sarebbero morte almeno 20 persone e 106 sarebbero i feriti, 17 dei quali in modo grave. Nel pomeriggio l’Isis ha rivendicato gli attentati, motivandoli con il fatto che il Belgio partecipa alla coalizione internazionale che lo combatte.
Secondo diversi testimoni citati dal quotidiano belga “Le Soir” e da altri media locali, poco prima delle due esplosioni, nell’area delle partenze, si sono sentiti colpi di arma da fuoco e grida in arabo. L’allerta terrorismo è stata alzata in tutto il paese al quarto livello, il più elevato, e le stazioni della metro sono state chiuse. Intorno alle 11, a due ore dal secondo attentato e a tre dalla prima esplosione, la polizia belga ha arrestato due persone davanti alla stazione di Bruxelles nord; in serata, poi, c’è stata una grossa operazione a Schaerbeek, un quartiere della Capitale. Successivamente la Commissione Europea ha consigliato di rimanere a casa o di non uscire dagli uffici. Musei, palazzi, negozi e altri edifici pubblici sono stati chiusi, così come lo sarà quest’oggi l’aeroporto di Zaventem, dove è stata trovata anche una bomba inesplosa successivamente neutralizzata dalla polizia. Nel pomeriggio la metropolitana e alcune stazioni ferroviarie sono state parzialmente riaperte.
In mattinata era circolato su alcune testate italiane e internazionali un video che vantava la ripresa dell’esatto momento dell’esplosione all’aeroporto di Bruxelles (previa registrazione delle telecamere di sorveglianza). Si trattava, tuttavia, di una bufala: il video riguardava infatti l’esplosione avvenuta all’aeroporto di Mosca nel 2011, ed era stato erronamente diffuso dal “Daily Mail”, tabloid di scarsissima affidabilità, che poi lo ha prontamente rimosso. Sono circolate inoltre notizie di un’esplosione nella fermata della metropolitana di Schumann, ma anche in quel caso si trattava di un errore giornalistico: Schumann è molto vicina a Maalbeek e tanti passeggeri sono stati fatti uscire da quella fermata.
Il tutto giunge a pochi giorni dalla grossa operazione anti-terrorismo in cui era stato arrestato, proprio a Bruxelles, Salah Adbeslam, l’uomo che si ritiene essere l’unico attentatore di Parigi ancora vivo. Salah era in fuga dal 13 novembre, il giorno degli attentati: è stato arrestato a Molenbeek, il quartiere della Capitale da cui provenivano alcuni degli attentatori di Parigi e attorno al quale si sono concentrate molte delle indagini successive agli attacchi. Il Belgio ha un problema col terrorismo da diverso tempo: anzitutto è il Paese, che in proporzione, fornisce più combattenti al jihad tra tutti gli stati europei; centinaia di cittadini belgi sono infatti andati a combattere negli ultimi anni insieme a gruppi estremisti in Siria, tra cui lo Stato islamico. Diversi esperti sostengono che le difficoltà dipendano anche dalla complicata frammentazione amministrativa del Belgio in generale e di Bruxelles in particolare.