di Marina Pellegrino
Anno di grandi celebrazioni nel settore musicale, questo 2018, nel quale il famoso compositore e direttore d’orchestra Leonard Bernstein, avrebbe compiuto 100 anni. Tutto il mondo, tramite festival musicali, concerti e spettacoli teatrali, festeggia l’uomo da “i mille colori musicali”, creatore delle più belle opere musicali di tutti i tempi. Personalità eccentrica e dal sorriso contagioso, Bernstein è considerato dalla rivista Classic Voice, il secondo più grande direttore d’orchestra di sempre, non solo grazie al suo talento musicale, ma anche per la sua capacità di esprimere ogni tipologia di sentimento e sensazione attraverso la musica, merito anche del suo approccio al palcoscenico stravagante e coinvolgente. Bernstein, infatti, spaziava dallo stile classico a quello contemporaneo con disinvoltura e leggerezza, sfoggiando una preparazione e sensibilità musicale ben fuori dal comune. Intramontabile la sua interpretazione del 1975 de La Valse di Maurice Ravel, con l’Orchestra National de France, dove la sua bacchetta puntuale e il movimento del suo intero corpo, creano una vera e propria danza, sia per gli occhi che per le orecchie. Nel famoso e cliccatissimo video di questa esecuzione, nel gran finale in crescendo ed accelerando del brano, si può ammirare un Bernstein totalmente proiettato nella musica, saltellante ed eccitato, che con foga invoglia, attraverso il suo movimento ritmico sempre deciso, l’intera orchestra ad accelerare sempre più, verso le ultime cinque note della composizione, segnalate, dal compositore, in dinamica fortissima. Oltre ad una capacità innata per le grandi masse orchestrali, Bernstein possedeva un tocco pianistico pieno di cantabilità e poetica. Tra le sue molteplici apparizioni in veste di pianista, una delle più famose è di certo quella dell’anno 1970, con la Vienna Philharmonic, presso il Musikverein Wien, che vede un sapiente Bernstein, sia solista che direttore, del Concerto n.1 per pianoforte e orchestra, in DO maggiore opera numero 15, di Ludwig Van Beethoven. La sua maestria nel trasformare l’inevitabile percussione del dito sulla tastiera del pianoforte, in delle sfumature che solo la voce umana possiede, rende la sua performance unica nel suo genere, nella fattispecie durante le cadenze beethoveniane, dove la cantabilità è componente principale della forma e dell’idea musicale del brano, dove il solo pianoforte “compete” con l’intero organico orchestrale. D’altronde, Beethoven era un compositore a Bernstein particolarmente congeniale, tanto da dedicargli un ciclo di interviste, registrate dalla casa discografica Deutsche Grammophon, con analisi ed interpretazioni delle mastodontiche sette sinfonie, punte di diamante tra le composizioni del Maestro di Bonn. La sua preparazione teorico-analitica, condita con particolare estro ed inventiva, ha regalato a Bernstein doti anche in ambito compositivo, regalando dei gioielli musicali entrati a tutti gli effetti nella storia della musica. Tra le sue opere maggiori ricordiamo la Sinfonia n.2, per pianoforte e orchestra, denominata “The age of anxiety”, l’operetta comica “Candide” ed il famigerato musical di successo “West Side Story