Lello Topo, candidato al parlamento Europeo con il PD nella circoscrizione Sud. Perché sceglie di scendere in campo in prima persona?
La scelta è stata sollecitata dai rappresentati del Partito democratico di Napoli e delle altre federazioni, oltreché da molti amministratori locali, che hanno ritenuto necessario candidare al Parlamento Europeo anche chi, come me, per i diversi ruoli istituzionali ricoperti, soprattutto nelle autonomie locali, potesse rappresentare più da vicino le istanze ed i bisogni dei nostri territori.
Qual è oggi la sua idea di Europa?
Un’Europa inclusiva e un Sud legato a doppio filo con l’Europa. Diciamo la verità, noi non avremmo affrontato la pandemia Covid senza la forza di una istituzione con 500 milioni di abitanti. Inoltre, dopo questa tragedia, è stato approvato il piano Next generation Eu e l’Italia con il Pnrr ha beneficiato di programmi di investimento a carico, in parte, del bilancio comunitario. In questo modo, gli Stati hanno messo insieme le proprie forze per finanziare un rilancio delle aree più depresse della grande comunità europea. Questa è la nuova Europa, quella della costruzione e di un rafforzamento dell’integrazione, di investimenti comuni, ma io spero anche di buone politiche per la difesa e politiche estere. Giovani ed Europa, come accorciare le distanze con Bruxelles? I giovani del Sud Italia devono avere una nuova cittadinanza europea, le stesse opportunità dei loro coetanei del nord Italia ed Europa. Faccio un esempio: il mercato del lavoro è sovranazionale, anche il tema della formazione deve andare sempre oltre le frontiere attraversando il processo di integrazione che ruota introno ai diritti fondamentali, dall’istruzione alla salute, fino al lavoro. Tantissimi giovani si sentono già cittadini europei grazie agli scambi e le altre opportunità di formazione e di studio: la nuova Europa dovrà occuparsi di tutti i suoi figli senza lasciare indietro nessuno.
Quale sarà il suo primo impegno se dovesse essere eletto?
Quello di creare un “ponte” costante tra autonomie locali e comunità Europa. Proverò a interpretare la funzione di parlamentare europeo con lo spirito del consigliere comunale tenendo bene a mente che l’Europa è dei cittadini. La mia è un’esperienza che parte dal basso, ho iniziato come consigliere comunale, poi sono stato eletto sindaco per due volte. Mi sono sempre occupato del governo territoriale e, per questo, vorrei mantenere questo tratto anche in questa nuova esperienza, occupandomi soprattutto di politiche di coesione e di Mezzogiorno.
Lei ha grande sostegno all’interno del Pd… S
ono stato sollecitato dalle federazioni della Regione e cerco di raccogliere il sostengo dei territori, delle persone che incontro ogni giorno sul mio cammino, che ascolto, che accolgo, perché così ho cominciato la mia esperienza politica e tanti sono stati gli obiettivi raggiunti per migliorare le condizioni di vita delle nostre comunità.
Intanto, non si abbassa la soglia di attenzione rispetto alle prossime elezioni regionali. Lei favorevole o contrario al terzo mandato?
Credo siano i cittadini a dover scegliere i presidenti delle Regioni e i candidati, in generale. Per quanto mi riguarda, devono essere Napoli e la Campania a scegliere. Il principio basilare delle Democrazie è questo, la capacità di decisione nelle mani del popolo che deve essere libero e consapevole nella scelta della propria rappresentanza. Chi ha lavorato bene è valutato e apprezzato adeguatamente dall’elettorato.
Come legge la decisione di molti leader di partito di candidarsi solo per misurare il proprio gradimento rinunciando poi al parlamento Europeo?
Non è la prima volta che succede, è accaduto anche in passato. Direi, però, che questa è una conseguenza della sovraesposizione dei leader e dell’indebolimento dei partiti. La politica dell’ascolto deve tornare di moda, per tutti, solo potremo riconnetterla con le persone ed i loro bisogni. Il ruolo del sud in Europa? Le politiche di coesione sono un tema fondamentale in Europa. La programmazione sul futuro deve essere a carico delle Regioni con l’influenza dello Stato assolutamente marginale, altrimenti ci ritroviamo a fronteggiare polemiche simili a quelle degli ultimi giorni. Il Mezzogiorno d’Italia deve accorciare le distanze, deve correre, ma con l’aiuto dell’Europa. Il recupero dei divari infrastrutturali e sociali sarà centro della nostra azione, della mia in maniera particolare, lo dico da genitore, innanzitutto.