di Monica De Santis
“Stavamo meglio ieri di oggi”. Esordisce così Armando Pistolese, titolare di Tozzabancone, wine bar in via Duomo, che commenta l’ordinanza emanata ieri, ma annunciata martedì dal Governatore Vincenzo De Luca… “L’aspettavamo, e ormai siamo quasi rassegnati. Ogni volta che possiamo lavorare e guadagnare qualcosa arriva una restrizione. Il punto vero è che dopo due anni, oramai sono in pochi quelli che riescono ad andare avanti.
Molti colleghi hanno venduto le loro attività, altri hanno chiuso ed altri stanno resistendo a fatica, ma con le nuove restrizioni diventa sempre più difficile. Restrizioni che francamente non capisco, divieti che colpiscono sempre e solo una categoria, quella della ristorazione, per continuare ad affermare che siamo noi quelli che provocano gli assembramenti”.
Amareggiato come Pistolese anche Umberto Russo, titolare del bar Santa Lucia… “In parte posso capire l’ordinanza di De Luca, è vero i casi Covid sono in aumento e non si deve rischiare, però non è accettabile che le restrizioni vengono imposte solo al mondo della ristorazione. Vietare la vendita di bibite di ogni genere, compreso il caffè, da asporto non risolve il problema se poi nei supermercati le stesse continuano ad essere in vendita. Purtroppo sotto il piano del marketing questa nuova ordinanza non credo che sia un bene. Penso ai tanti turisti che volevano venire in Campania. Sapendo di tutte le restrizioni presenti alla fine opteranno, ed a ragione per altre località. Lo farei anche io. Ciò che vorrei dire al Governatore, invece di farci stare aperti a metà, perchè non ci fa stare chiusi e ci rimborsa delle perdite? A noi conviene molto di più. In questo periodo tutti i locali hanno preso del personale in più e nei giorni di festa si pagano anche di più i dipendenti. Dunque le spese aumentano ma gli incassi ci vengono dimezzati da ordinanze in parte discutibili”.
Contro l’ordinanza di De Luca anche Francesco Capparrone, titolare del bar “A passo Duomo”… “Incommentabile, non ci sono parole a questa nuova ordinanza. Non capisco perchè anche locali che non si trovano in zone centrali non possano ad esempio organizzare piccoli eventi musicali per i loro clienti. Senza poi contare l’assurdità del divieto di vendita di bibite d’asporto. Ennesimo atto contro la nostra categoria, come ho detto prima incommentabile e non giustificabile”. Non nega che gli assembramenti in alcuni punti della città ci sono e ci saranno Nino Pisciotti, titolare del bar Punto 9 in piazza Flavio Gioia… “Il 24 dicembre, così come il 31 sono giornate di festa, le persone usciranno di casa a prescindere dalle ordinanze di De Luca, perché si ha voglia di festeggiare e di scambiarsi auguri e regali. Quindi gli assembramenti si verificheranno comunque. E allora? Allora noi bar ci ritroveremo con tante persone in strada che magari entrano nei nostri locali per chiedere una bibita d’asporto e noi non potremo dargliela. Questo è l’assurdo di un’ordinanza che poteva forse essere fatta in maniera diversa”