di Cecilia Passaro
In questa situazione pandemica di SARS-CoV-2 il fenomeno del pendolarismo ha preso, giustamente, una piega del tutto diversa rispetto agli anni precedenti a questo momento asettico; le direttive sono cambiate, così come è cambiata anche la predisposizione a prendere i mezzi pubblici di ogni tipo: la paura incessante irrompe nelle vite di queste persone, vittime per eccellenza (in questo contesto) di queste variazioni legislative. Super Green Pass, numero ridotto di passeggeri sul mezzo pubblico, uso della FFP2, igienizzazione delle mani, sono tutte le norme per poter affrontare un viaggio in un treno o in un pullman, tutte le norme che sono, ormai, all’ordine del giorno. Basandosi sull’esperienza di alcuni alunni del Liceo Torquato Tasso di Salerno, si affronterà il discorso su questo fenomeno in pieno sviluppo e cambiamento. Esordiamo, dunque, dicendo che soprattutto per degli adolescenti pendolari erano già costanti e crescenti lo stress e il disagio di dover affrontare quotidianamente un viaggio per raggiungere il luogo della propria attività, che sia lavorativa o scolastica. Con il Covid-19 i due fattori sopracitati, di malessere psicologico e talvolta fisico, non hanno fatto altro che aumentare smisuratamente le inquietudini e le angosce dei giovani passeggeri, che si sono ritrovati a dover affrontare tragitti insostenibili psicologicamente e, per giunta, col timore di poter essere infettati dal virus. Secondo le ultime disposizioni ministeriali, per poter accedere al servizio ferroviario è necessario, anzi, obbligatorio, possedere la certificazione verde Covid-19 rafforzata, da mostrare in caso di controlli giornalieri. Tuttavia, e questo è il caso di molte testimonianze, le supervisioni vengono attuate molto raramente, andando così contro le direttive imposte dal Ministero della Salute, e nuocendo, di conseguenza, tutto il progresso verso la speranza e la salvezza, per cui bisognerebbe impegnarsi e lottare e non mandare in fumo e disperdere come un nonnulla. I controlli e le supervisioni devono avvenire ogni giorno per monitorare e salvaguardare i passeggeri e il luogo dove si stanno dirigendo. Bisogna, poi, contare sull’autoconsapevolezza di ciascun individuo, difatti sono molte le persone che per ignoranza o per mancato rispetto delle regole si ritrovano a chiacchierare col telefonino e con la mascherina abbassata, mancando di rispetto agli altri viaggiatori, che avranno pieno diritto di denunciare questa trasgressione al regolamento. Una colpa è anche da attribuire allo stato o al comune che avrebbe dovuto impegnarsi per aumentare le corse per i pendolari, per evitare il sovraffollamento, e non si è dedicato a dovere, nonostante l’aver redatto il regolamento legislativo a cui bisognava attenersi, all’organizzazione ferroviaria; e talvolta è stato il buon senso del cittadino responsabile a evitare situazioni di assembramento ingegnandosi a cercare alternative ai mezzi pubblici, laddove fosse stato possibile (bicicletta, auto, monopattini elettrici ecc.). In conclusione, è necessario andare tutti in una direzione, che potrà assicurare maggiore sicurezza ai nostri amici pendolari e non solo, verso il perfezionamento collettivo e universale di questo momento pandemico.