Erika Noschese
Il comitato e associazione Salute e Vita si opporrà alla richiesta di archiviazione, avanzata dai magistrati Roberto Penna e Silvio Marco Guarriello, in merito al nesso causale ipotizzato tra le persone ammalate di cancro nella Valle dell’Irno e l’inquinamento prodotto dalle fonderie Pisano. I magistrati in questione, infatti, ritengono non vi sia alcun nesso di causalità tra i decessi e l’inquinamento provocato dalle fonderie. A farsi promotore di quest’iniziativa il vice presidente dell’associazione nazionale Medicina Democratica, Paolo Fierro che da anni segue le vicende dello storico opificio di via dei Greci, a Fratte, motivando la richiesta di opposizione all’archiviazione con studi scientifici. «La metodologia che noi proponiamo – e lo facciamo nell’opposizione di ricorso – è quella di applicare la stessa ottica che si è seguita a Taranto. Anche se le dimensioni sono diverse, però, il discorso della valutazione, del livello di qualità della vita e della salute della popolazione, e non solo delle maestranze, perché la popolazione è più esposta degli addetti ai lavori perché sta lì h24, specialmente i bambini, le persone diversamente abili e le persone anziane. In quell’occasione si rilevò con una metodologia semplice e non lineare la presenza di un’incidenza di tutte le malattie nei pressi dell’azienda rispetto a tutti gli altri posti di Taranto», ha dichiarato il vice presidente Fierro, intervenuto nel corso della conferenza stampa tenutasi ieri mattina presso il bar Verdi. «Non condividiamo le argomentazioni della Procura, riteniamo che l’indagine sia incompleta e lacunosa e riteniamo abbia rilasciato una serie di elementi che potrebbero portare invece, eventualmente, un nuovo giudizio. Quindi, abbiamo deciso di proporre opposizione all’archiviazione chiedendo la prosecuzione delle indagini affinché venga svolto uno studio epidemiologico su tutta la popolazione lì residente», ha spiegato invece l’avvocato Fabio Torlucci che ha depositato la richiesta di opposizione all’archiviazione della vicenda che vede coinvolti i Pisano. Il comitato chiede dunque un nuovo studio epidemiologico per analizzare la presenza di un eventuale nesso tra l’inquinamento provocato dalle fonderie Pisano ed i malati di cancro.