di Salvatore Memoli
Le cose belle spesso sono nascoste. Come la moderna Chiesa della Sacra Famiglia di Fratte. Si fa conoscere da chi lascia la piazza Matteo Galdi ed entra nel quartiere residenziale popolare, che come limite estremo ha la ferrovia Mercato San Severino-Salerno, da un lato, dall’altro il verde di un parco cittadino. Nata come sfida, atto coraggioso, di un religioso dei PP. Dottrinari, P. Nicola Roberti. Uomo e parroco attraversato da un dinamismo singolare, scelse di affidare al salernitano ing. Vittorio Gigliotti la progettazione. Professionista di grande vaglia, soprattutto in capitale, coinvolse l’arch.Paolo Portoghesi nella firma di una grande opera postmoderna che interpretò con le geometrie moderne la storia millenaria della Fede, raccolta ed esaltata nelle forme concentriche di cerchi di cemento, disposti in sequenza, sovrapposti, secanti e tangenti, aperti, annunciati, a sbalzo, realizzati con una maestria creativa, con una fuga verso l’alto che li restringe ad anelli, fino al punto massimo, aperto da una luce naturale che valorizza il luogo di fede e dipana il gioco architettonico di un genio ingegneristico da lasciare il fiato sospeso. Resterà per sempre la memoria dei PP. Dottrinari, per questa Chiesa che ha portato il Quartiere all’attenzione del mondo. Più nota agli addetti ai lavori ed all’arte, i fedeli hanno fatto fatica a capirne il suo messaggio. Gli stessi religiosi sono stati costretti a vivere in locali parrocchiali, non del tutto confacenti alle loro esigenze logistiche e funzionali. La Chiesa della Sacra famiglia in realtà eredita il titolo della stessa Parrocchia che era dedicato a S. Maria dei Barbuti in Fratte. I barbuti erano principi longobardi dipinti all’Interno dell’antica Chiesa. Dovevano essere realmente “convincenti” se il popolo individuava il luogo di culto dalla loro presenza artistica. La Parrocchia come datazione risale al 1531 ma oltre un secolo prima se ne trova traccia nei documenti conservati. Dal 1935, per espressa volontà dell’Arcivescovo Nicola Monterisi, il suo Vicario Generale Antonio Balducci scrisse al Superiore Generale dei Dottrinari per chiedere l”apertura di una casa religiosa” a Salerno. I PP. Dottrinari hanno amato molto Salerno e si sono ininterrottamente donati al territorio, riuscendo ad insegnare così bene il catechismo da vincere ogni anno il premio diocesano. Il popolo di Fratte ha sempre avuto uno speciale legame per le attività religiose. Nello scorso secolo la popolazione interessò vivamente l’Arcivescovo del tempo Valerio Laspro affinché fosse garantita adeguata assistenza spirituale agli abitanti. Il medico Cristoforo Capone si fece garante, con una munifica disponibilità alla Costruzione della Chiesa. A lui si aggiunse il sig. Michele Peluso che donò il suolo. La vecchia Chiesa, oggi abbandonata, fu completata nel 1889 e fu affidata ai PP Bigi di P. Ludovico da Casoria. Abbandonata la guida della Chiesa nel 1928, sul posto fu inviato il Canonico Don Paolo Vocca, per un anno. Fece le consegne ai PP. Vocazionisti di don Giustino M. Russolillo che vi rimasero fino al 1933, nel frattempo fu elevata a Parrocchia. I PP Dottrinari iniziarono le loro attività religiose nella Parrocchia di Santa Maria dei Barbuti- Sacra Famiglia. Ho avuto il piacere tante volte di ascoltare le spiegazioni dotte e piene di fervore del compianto P. Nicola Roberti, del quale conservo il ricordo del “suo” capolavoro, durante le sue tante visite al cantiere, agli inizi degli anni ’70. Ovviamente la Curia Salernitana, l’Arcivescovo Gaetano Pollio, sostennero copiosamente l’impegno economico, talvolta assumendo l’imprevista esposizione finanziaria dello stesso. Oggi, la Parrocchia é retta ancora dai PP Dottrinari e, per una bella circostanza, nell’anno della canonizzazione del fondatore San Cesare de Bus avvenuta il 15 maggio 2022, il Parroco P. Rocco Caruso é un giovane di Fratte cresciuto nella Parrocchia. Ancora un particolare aggiunge luce a questa Parrocchia, nella stessa giornata del 15 maggio 2022, il Papa ha canonizzato il sacerdote D. Giustino Maria Russolillo che, con i suoi sacerdoti Vocazionisti, aveva retto la Parrocchia di Fratte. Ai Dottrinari passati, a quelli che, oggi, guidano la Comunità, con l’impegno anche delle Edizioni Dottrinari, nate in parrocchia, per meriti indimenticabili di un grande P. Alessandro Iadecola, rivolgo il saluto che loro insegnavano a noi bambini: ” Sia lodato Gesù Cristo!” Il silenzio mi pare riempirsi della risposta di tante distinte voci di religiosi che hanno dato molto a noi fedeli :” Sempre sia lodato!” E…, tiravano avanti per le vie del Quartiere, non tralasciando nessuna persona, soprattutto chi stava più in disparte.