Di Olga Chieffi
Un giorno di Santo Stefano a tutta musica si prospetta, in città e in provincia, brillantissimo tra l’Aida firmata da Daniel Oren al teatro Verdi e il tenore Vittorio Grigolo all’Auditorium Oscar Niemeyer di Ravello, con il doppio concerto di Laura Pausini, promosso dalla Anni ’60 production. Grandi voci per la musica delle feste e questo super show in stile hollywoodiano al PalaSele, con riflettori accesi alle ore 21, la cui creatività fa da cornice a una scaletta che alterna i grandi successi della carriera trentennale dell’artista e i nuovi inediti dell’album Anime Parallele uscito in tutto il mondo lo scorso autunno. Più di due ore di musica in una scaletta che conta ben trentasette titoli di cui quindici racchiuse in quattro medley.
È l’artista italiana più conosciuta al mondo, formidabile Wonder Woman che varca i confini mettendo in fila grandi successi, uno dietro l’altro. Cinquant’anni a maggio, trent’anni di carriera da festeggiare sul palco con questa tournée speciale («è il posto dove mi sento completamente me stessa»). Era il 27 febbraio 1993, quando da perfetta sconosciuta di provincia — frangettona e lacca — vinceva (fra le nuove proposte) Sanremo con La solitudine. Grazie al quel fidanzatino fedifrago, la ragazza cresciuta a Solarolo educata a sacrificio e disciplina, non si è più fermata. Benedetta da un’inconfondibile voce, milioni di dischi venduti, traguardi e premi. L’ultimo, quello come «persona dell’anno 2023» ai Latin Grammy. Laura, la più amata in Sud America dove la considerano «una di loro», riscoperta con incastri di rime anche da Tedua, il rapper de La Divina Commedia che ha voluto omaggiarla (affiancato da Capo Plaza) nel brano Parole vuote (La solitudine). «30 anni insieme tutti da cantare!» è l’invito, via social, rivolto al suo popolo di adoranti seguaci. Pronta a scatenarli con tutti i classici e le canzoni del nuovo album Anime Parallele, un progetto che celebra il diritto all’individualità degli esseri umani in quanto cittadini che abitano il mondo e che percorrono insieme le stesse strade, ma con anime, sogni e desideri diversi. Si tratta di un concept album: contiene «sedici persone, stati d’animo, punti di vista diversi, collegati dall’idea di poter sperare ancora attraverso l’amore». Per lo show, l’artista ha scelto una scenografia spaziale, che non a caso, si apre con Il primo passo sulla luna. Strizza l’occhio all’intelligenza artificiale con elementi in 3d, visual e grafiche che trasformano Laura in un’eroina moderna. Libera e decisa si muove sopra un palcoscenico su due livelli e una passerella a forma di freccia, spinta da un corpo di ballo e coreografie di Luca Tommasini. Protagonista indiscussa di un viaggio, diviso in tre atti, che attraversa presente, passato e futuro. Tantissima musica, cambi di look per quasi tre ore di concerto, intervallate da messaggi inclusivi e momenti di attualità. Nelle struggenti ballate e i pezzi dalle sferzate pop-rock, canta l’amore, le sue insicurezze e fragilità. Con Incancellabile, Strani amori e La Solitudine evoca le sue radici, nell’esplosiva Surrender dispiega il tono mentre sulle note di Simili rivendica la bandiera dell’orgoglio LGBTQ+. Non mancheranno sorprese, come nel singolo al piano Durare, con Laura sospesa in aria completamente immersa tra le stelle. Così, tra laser e coriandoli, il sipario si chiude al grido: «Fate l’amore stanotte». Storico mantra della diva romagnola. Accanto a Laura sul palco, una band di 7 musicisti e 4 coristi, con la direzione musicale di Paolo Carta, che ricopre questo ruolo per la settima volta in un tour mondiale dell’Artista. Come per l’Anteprima World Tour, anche questa volta il palco porta la prestigiosa firma di Fabio Novembre e del suo Studio. Lo styling è stato curato da Susanna Ausoni che, insieme all’Artista, ha scelto di coinvolgere Valentino, Pucci, Swarovski, Alessandro Vigilante e Amen. La direzione è stata quella di lavorare sul colore e sulla luminosità che sono il filo conduttore dello show. Francesco De Cave illumina il palco, sviluppato su due livelli, e la passerella a forma di freccia con ritmo e colori che ben descrivono il viaggio che ogni blocco dello show offre al pubblico. Ad enfatizzare i tre blocchi dello spettacolo anche la creatività di Amina Lombroni che ha curato l’immagine di band, cori e ballerini, la stessa cura usata anche per i contenuti che si susseguono sugli schermi: tratti grafici realizzati da Eddy Angelelli ed il suo team colorano la clessidra che domina il palco principale.