di Monica De Santis
“La nostra battaglia continua!”, scrivono così quelli del Coordinamento “Ambiente Salute e Territorio”, che attraverso una nota continuano a dire basta all’aggressione continua nella Piana del Sele. Non bastavano gli impianti, pubblici e privati, di lavorazione dei rifiuti già presenti nella Piana del Sele per lo smaltimento dei rifiuti. “Non bastava la oscura e allarmante vicenda, ancora non conclusa, dei rifiuti spediti in Tunisia da una ditta privata del Vallo di Diano, a mero fine di profitto, con il benestare della Regione Campania, e che quel paese, al culmine di uno scandalo nazionale, ha rispedito al mittente dal porto di Sousse. – scrivono nella loro nota – Vicenda su cui, finalmente, si è aperta una inchiesta anche in Italia. 7.000 tonnellate di rifiuti che qualcuno in Regione Campania, che si arroga il diritto di fare il bello e cattivo tempo su tutto il territorio regionale, fregandosene delle istituzioni locali, delle realtà produttive esistenti e dei cittadini che protestano, con un colpo di genio, che dà pienamente l’idea della approssimazione della politica regionale dei rifiuti, ha pensato di fare stoccare a Persano”. Il Coordinamento “Ambiente Salute e Territorio” parla e lotta ancora contro quei 213 container stracolmi di rifiuti che dovrebbero essere depositati nel cuore della Piana del Sele. “L’ennesimo sfregio a questa terra! – dicono – A cui noi continueremo ad opporci con ogni mezzo democratico e pacifico. Non bastava l’aggressione al Comune di Buccino dove, nonostante il parere contrario di quel Comune e di tutta l’area e nonostante gli strumenti urbanistici non lo consentissero, la Regione Campania ha autorizzato l’allocazione di una fonderia e di un altro mega impianto privato di trattamento dei rifiuti! – Ora a tutto questo si aggiunge un’altra violenza alla nostra Piana: nell’area industriale di Eboli viene autorizzata una nuova struttura privata di 10.000 mq, sempre destinata alla lavorazione dei rifiuti”. Secondo il Coordinamento “Ambiente Salute e Territorio” ancora una volta non viene tenuta in nessun conto la contrarietà delle istituzioni locali, “Riaffermando la concezione, evidentemente invalsa in Regione Campania, della Piana del Sele come grande pattumiera dell’intera provincia di Salerno e non solo. Mentre in altre Regioni, come il Piemonte, viene ribadita la centralità dei Comuni nel procedimento autorizzatorio di impiantistica destinata al ciclo dei rifiuti, in Regione Campania impera una concezione del governo della cosa pubblica degna dell’oscurantismo dei periodi più bui della storia nazionale, fondata sulla autocrazia di chi detiene e gestisce il potere. I territori e le istituzioni locali vengono semplicemente umiliati e non tenuti in considerazione. Sulla questione di Eboli sembrano intravedersi errori, improvvide assenze e ritardi. Se ci sono responsabilità tecniche, – scrivono ancora – fermo restando le gravi responsabilità politiche di chi doveva assicurarsi che Eboli alla conferenza di servizio fosse presente e che il parere negativo del Comune fosse inviato entro i termini di legge (cose di cui l’Amministrazione dovrà rispondere in Consiglio Comunale ed alla città che chiede chiarezza e trasparenza), invitiamo il governo cittadino ad accertarle ed ad assumere i dovuti provvedimenti anche di carattere disciplinare. Stavolta sono gli stessi imprenditori dell’Area Industriale di Eboli ad esprimere preoccupazione e contrarietà a questo nuovo impianto di lavorazione dei rifiuti, per le ricadute negative su tutta l’area. È un intero territorio che si ribella a questo nuovo atto di imperio è ora di dire basta! Noi riteniamo e chiediamo con forza che: Le nuove attività di lavorazione o stoccaggio di rifiuti previste per Persano, per Eboli e la stessa Buccino vadano fermate, così come chiedono i territori e le amministrazioni locali; L’intera Piana del Sele, così come già la città di Battipaglia, debba essere dichiarata “area satura”, per cui gli unici rifiuti che possono essere trattati sono quelli prodotti nell’area stessa, e invitiamo tutti i Sindaci dei Comuni della Piana ad adottare la relativa delibera da sottoporre all’Ente d’Ambito ed alla Provincia di Salerno. – proseguono – Occorra fermare il proliferare di impianti privati di lavorazione dei rifiuti, cosa che ha trasformato, negli ultimi decenni, questo settore in un grande e redditizio affare, dove quello che interessa è esclusivamente il profitto di chi investe e non il benessere della Comunità che ne subisce solo gli effetti ambientali devastanti. Occorra, al contrario, investire su impiantistica pubblica realizzata bene, necessaria per completare il ciclo della raccolta differenziata, tesa ad assicurare l’autosufficienza dei singoli Sub Ambiti Distrettuali, e su cui assicurare forme di controllo democratico aperte anche ai comitati per la tutela ambientale presenti sul territorio, anche al fine di superare quella frattura determinatasi, in questo campo, fra istituzioni e cittadini; frattura pericolosa per la stessa tenuta delle istanze rappresentative contemplate dalla nostra Costituzione. I Sindaci debbano avviare una capillare campagna di informazione e di formazione, per una corretta e spinta raccolta differenziata, base di una seria politica dei rifiuti. Debba essere affermato, chiaramente, con Legge Regionale, il ruolo determinante dei Comuni nel procedimento autorizzatorio di impiantistica destinata alla lavorazione dei rifiuti E su questo riteniamo vada verificato il ruolo dei Consiglieri Regionali dell’area, troppo colpevolmente silenti su queste vicende! Sia indispensabile che le Amministrazioni locali ad opporsi, con tutti i mezzi a disposizione, a questi sfregi che continuamente vengono inferti al nostro territorio, assumendo ordinanze di divieto di transito ai camion che portano i container o comunque i rifiuti destinati a questi nuovi siti o impianti autorizzati dalla Regione Campania e presentando ricorsi congiunti (anche in una logica di suddivisione delle relative spese) alla giustizia amministrativa contro tutti i provvedimenti autorizzatori di queste nuove, ulteriori, violenze alla Piana Di costituirsi in giudizio là dove minimamente dovessero verificarsi le condizioni per farlo. – conclude il Coordinamento “Ambiente Salute e Territorio” Sia necessario la costituzione del Coordinamento dei Sindaci della Piana del Sele che assuma insieme al Coordinamento “Ambiente, Salute e Territorio” dei comitati e delle associazioni della Piana, l’onere della organizzazione di un grande appuntamento di lotta, che ponga questi punti alla base della piattaforma rivendicativa sulle questioni ambientali”.