di Brigida Vicinanza
In “platea” i lavoratori attenti, quasi a cercare una speranza anche solo nelle parole dei consiglieri comunali tra i banchi del secondo piano a Palazzo di Città. Una discussione tanto attesa, fatta per ultimo, nonostante la richiesta iniziale di Antonio Cammarota, di cambiare l’ordine della discussione, per poterne effettivamente trarre vantaggio, respinta poi dalla maggioranza e dallo stesso Enzo Napoli. Sicuramente la questione ha visto schierarsi ancora di più l’opposizione dall’altro lato della maggioranza, ma probabilmente già il fatto di prenderne in considerazione alcuni aspetti ha dato agli operai presenti una boccata di ossigeno. Un documento unico, firmato da tutti i consiglieri di maggioranza, che vede soltanto Giuseppe Zitarosa in disaccordo. Gianpaolo Lambiase invece propone, in maniera concreta: «Non basta dirlo, bisogna farsi carico della delocalizzazione, degli studi epidemiologici per monitorare la salute di chi vive attorno a quella zona e soprattutto propongo un emendamento. Dare alla proprietà un vincolo. Ovvero che ci sia la delocalizzazione obbligatoria entro due anni dalla modifica del Puc». «Già da domani (oggi per chi egge) verificheremo quali sono le azioni nelle nostre concrete disponibilità perché noi vogliamo essere vicini ai lavoratori e ai nostri cittadini». A sottolinearlo invece il sindaco di Salerno, al termine quindi della seduta. Secondo il primo cittadino infatti: «Noi dobbiamo accompagnare la delocalizzazione. La nostra stella polare è la salute ma comprendiamo che l’occupazione è altrettanto fondamentale soprattutto in un territorio del Mezzogiorno. Il vice presidente regionale Bonavitacola mi ha assicurato che domani o dopodomani verrà convocato un tavolo per discutere la questione. Bisogna infatti accelerare i tempi per l’Aia e la Via, per permettere la conseguente delocalizzazione e mantenere i posti occupazionali». La mozione da parte della maggioranza, discussa nel corso della seduta, è stata approvata da tutti, ad eccezione del consigliere di opposizione Giuseppe Zitarosa, che trova una soluzione anche nella possiblità di assunzioni “concrete” all’interno delle cooperative del Comune di Salerno per poter ovviare la problema dei lavoratori. Ovviamente il consigliere di opposizione Antonio Cammarota, punta il dito contro chi negli anni precedenti non si è fatto carico della questione, in quanto lui aveva proposto la delocalizzazione in tempi non sospetti appunto e già due anni fa, ma spezza comunque una lancia a favore degli operai. «E’ necessario far riprendere le attività, seppure a ritmo ridotto, cercando di salvare l’ultima industria di Salerno. Ma bisogna farlo concretamente, ora può essere troppo tardi». Per Dante Santoro invece: «Quella di oggi non è una vittoria, ma una sconfitta, il risultato di venti anni di promesse disattese». E, mentre Santoro ipotizza come sito per la delocalizzazione il comune di Eboli, Roberto Celano punta l’attenzione sulla cementificazione “selvaggia” di abitazioni civili che va scongiurata nell’area dove oggi sorgono le fonderie e che invece è avvenuta già quando l’azienda era sul territorio, creando così il problema ai residenti. Dubbi e attacchi dell’opposizione che trovano la risposta del consigliere di maggioranza Leonardo Gallo: «L’amministrazione ha fatto quello che gli compete e per quanto gli compete. Anche la solidarietà serve, ma di qui a dire che non si è fatto nulla non è corretto».