Quindici anni consigliere comunale, oggi segretario provinciale del Partito democratico “in pensione”, il punto di vista di Nicola Landolfi al quale se gli si chiede se sarà presente come protagonista alle prossime regionali risponde: 《 Non credo. Mai stato attrato da esperienze di carattere elettorale》.
Adesso che non è più segretario provinciale è rimasto organico al Pd oppure guarda altrove?
«Assolutamente sono organico al Partito democratico, sono in piena attività e presto la mia opera in queste politiche al servizio del partito》.
Molti della coalizione considerano Liberi e Uguali traditori, lei cosa ne pensa?
«Certo molti sono usciti dal Pd, poi c’è Sel, e altre forze politiche, nascono per farci perdere, non sono dei traditori, sono dei cinici. E’ evidente che non essere in coalizione nel maggioritario potrebbe essere decisivo per una sconfitta del Partito democratico》.
CasaPound è un boom o un flop?
«Ho molti dubbi, non le saprei dire. Non voglio azzardare pronostici, è meglio aspettare la risposta degli elettori. Sono alla prima prova elettorale, potrebbero essere una sorpresa».
E’ il Movimento 5 stelle il nemico elettorale numero 1?
«Non si deve avere paura di nessun avversario politico. Alla base del loro consenso ci saranno delle ragioni. Vede facendo un richiamo ai pronostici, il Movimento inizialmente sembrava un fuoco di paglia e poi è diventato presenza strutturale nel corpo elettorale. E’ sbagliato demonizzarli, in democrazia è bene sperimentare, anche perchè poi quando vengono messi alla prova deludono. Noi dobbiamo fare la nostra strada, dobbiamo arrivare agli elettori, convincergli, star loro vicino, anche perchè il voto non ci è dovuto».
Proprio gli elettori, qual è secondo lei il loro sentimento verso il Pd?
«E’ bene considerare che tutti i territori siano da riconquistare; è bene recuperare il voto di opinione cosa che credo sia stata fatta con le candidature proposte al maggioritario. I nostri uomini e parlo di Piero De Luca, Franco Alfieri, Tino Iannuzzi, Volpe, Maccauro possono farci recuperare i favori del pronostico. Credo che rimane un solo gap da colmare, quello delle fasce generazionali dei nostri elettori. Abbiamo elettori non proprio giovanissimi. E’ sui giovani che bisogna lavorare»