«Due questioni sono state ignorate e/o sottovalutate durante la seduta del Consiglio Comunale di Salerno di venerdì scorso 29 marzo. La prima riguarda i provvedimenti che hanno ridefinito le aliquote e le modalità di riscossione delle tasse comunali a carico dei cittadini, la seconda riguarda le previsioni di bilancio contenute nel Documento Unico di Programmazione per il triennio 2019/2021». Incalza Gianpaolo Lambiase, consigliere comunale di “Salerno di Tutti”, che, all’indomani della seduta consiliare, dice: «Le mie domande sono rimaste senza alcuna risposta» – sottolinea Lambiase che, in particolare, pone la sua attenzione sull’addizionale comunale Irpef 2019. «E’ stata decisa l’aliquota massima prevista per legge (0,8% sul reddito) ed è stata fissata in 10.000 euro di reddito/anno la quota di esenzione per i cittadini. Il Comune di Salerno cioè adotta, fa propria ed anticipa la “flat tax” della Lega e del centrodestra: il sistema fiscale non progressivo che usa l’aliquota fissa di tasse per chi è poverello e per chi è straricco. Ho fatto notare in Consiglio che invece tanti comuni italiani applicano aliquote differenziate a secondo dei redditi. Ma la cosa paradossale, ed a mio parere anche illegittima, è la quota di 10.000 euro fissata per l’esenzione dalla tassa. Si arriva al paradosso che chi usufruirà del “reddito di cittadinanza” (780 euro mensili netti), non pagherà l’addizionale comunale Irpef, però guadagnerà più del cittadino che con il proprio lavoro porta a casa 600/700 euro mensili, il quale ogni anno sarà obbligato a versare al Comune un “obolo” di oltre 100 euro», spiega Lambiase. «E’ ancora più problematica la vicenda relativa ai contenuti del Documento Unico di Programmazione 2019/2021, approvato con l’intero “pacchetto” dei provvedimenti finanziari. Il Dup tiene conto, nelle sue previsioni, del Piano delle alienazioni e della valorizzazione dei beni immobiliari del Comune, che riporta la valutazione monetaria degli “immobili”. La redazione del Dup, però, ha ignorato un fattore “variabile”, che è sopraggiunto quando la Giunta Comunale ha adottato il nuovo Piano Urbanistico Comunale a fine 2018. Sono cambiate le destinazioni d’uso delle cosiddette Aree Prog (piazza Mazzini, area parcheggio pubblico Foce Irno, via Vinciprova)». Lambiase, infatti, sottolinea come dai nuovi alloggi privati previsti dal vecchio Puc si sia passati ad alloggi privati a cui si sostituiscono, in parte, nuove costruzioni a carattere turistico. «Fino a quando il nuovo Puc non viene definitivamente approvato – ricorda il consigliere comunale – vanno obbligatoriamente applicate le “misure di salvaguardia”, che non consentono in quell’area né di costruire alloggi, né uffici, negozi e/o alberghi. I valori attribuiti alle aree pubbliche, utili per la “vendita” ad imprenditori privati, sono di fatto nulli, fino a quando il nuovo Piano non sarà vigente (probabilmente alla fine dell’anno)! La stima per l’alienazione della sola Area Prog Foce Irno ammonta a 14.580.000 euro. E’ una delle somme calcolate, che diventa improponibile quale entrata in previsione, perché sulle aree in questione non è possibile realizzare alcunché! Mi meraviglia che i revisori dei conti non abbiano segnalato tale “incongruenza”».
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