Andrea Pellegrino
Autostrade, ferrovie e costone roccioso: arriva uno studio sui rischi nel corridoio infrastrutturale strategico “San Liberatore”, che collega Salerno a Cava de’ Tirreni, passando per Vietri sul Mare. L’accordo è tra l’autorità portuale di Salerno, la Regione Campania, la società autostrade meridionali, l’Anas, le Ferrovie e gli enti territoriali interessati. Il tratto è quello che include un pezzo dell’A3, la strada ferrata e le arterie Anas che sovrastano il porto di Salerno. Centocinquantamila euro la somma attualmente stanziata che servirà per i primi studi sull’area con la programmazione degli eventuali interventi da mettere in campo per mitigare il rischio idrogeologico. Il tutto nasce dalla pericolosità del tronco autostradale da Salerno a Cava de’ Tirreni che risulterebbe classificato per diversi tratti «a livello di pericolosità e rischio da frana elevato e molto elevato». Allarme che la Sam (società autostrade meridionali) ha sottoposto alla Regione Campania con l’esigenza di estendere lo studio anche ad altre infrastrutture che insistono nell’area, come il tratto ferroviario, l’ex statale 18, le altre aree urbane (Viadotto) e i costoni rocciosi che sono stati interessati, soprattutto negli ultimi anni, da diverse e preoccupanti frane. Da qui l’avvio di uno studio e monitoraggio a supporto della programmazione e progettazione di interventi ed azioni integrate per la mitigazione del rischio idrogeologico, attraverso una convenzione stipulata dagli enti interessati, sotto il coordinamento e grazie ad un finanziamento della Regione Campania. La restante parte delle attività, invece, sarà a carico dei soggetti gestori delle infrastrutture che insistono intorno all’area del monte San Liberatore. Tecnicamente le attività saranno coordinate istituzionalmente e scientificamente dal professore Domenico Guida che si potrà avvalere di specialisti di altri settori o di funzionari delle società private interessate o di tecnici delle strutture regionali, provinciali e comunali.