CAVA DE’ TIRRENI. Truffa e abuso di credulità. Erano le accuse mosse dal pubblico ministero Roberto Penna a carico di Fra Gigino in merito alla vicenda delle lacrime del bambinello a Cava. E’ attesa per questa mattina la sentenza, il religioso ha scelto il rito abbreviato, giudice Caiazzo. L’accusa ha chiesto l’assoluzione per il frate difeso da Alfonso Senatore e Maria Rosaria Crispi. I fatti risalgono all’ottobre del 2010, quando padre Luigi Petrone (nome di fra Gigino) tornò dalla Terra Santa portando una statua di ottanta centimetri raffigurante il bambin Gesù in trono. Il giorno dopo gridò al miracolo, mostrando le lacrime di sangue sotto gli occhi della statuetta. Secondo gli inquirenti le aveva collocate lui stesso, con l’aiuto di una siringa, e per questo gli è stato notificata agli inizi del 2014 la citazione a giudizio. La prima udienza era stata fissata nel marzo del 2015, ma in realtà il processo non si è mai aperto. Quell’udienza saltò per assenza del giudice, con rinvio al novembre 2015, quando però non si è potuto far nulla per il certificato medico depositato dall’imputato. Poi successivamente la scelta del rito abbreviato concordato con i legali in attesa che il fatto straordinario venga riconosciuto dalla Chiesa.
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