di Vincenzo D’Amico
Finisce qui l’avventura imprenditoriale e lavorativa della Yele. La società per azioni con sede a Vallo della Lucania chiude i battenti. A calere la bandiera scacchi per decretare l fine corsa è stato il Giudice del Tribunale della città cilentana che ne ha dichiarato il fallimento Cala, quindi , il sipario sull’ultimo atto di una importante realtà storica che ha rappresentato un riferimento per 49 Comuni del Comprensorio cilentano per quanto concerne la raccolta dei rifiuti Una evenienza quale del fallimento, che era nell’aria . Alla fine trovano riprova nei fatti le preoccupazioni che davano per possibile quanto poi, in queste ore , si è verificato. Un percorso temporale, quello della Yele , caratterizzato da dispute politiche, incertezze, polemiche che hanno alimentato quei timori di coloro che prospettavano una situazione economica della società difficile e preoccupante. La decisione assunta dal Tribunale di dichiarare fallità la Yele certamente alzerà i toni e il livello della tensione politica e giudiziaria che coinvolge l’intero apparato La Yele è stata presieduta dal 2010 al 2017 da Marcello Ametrano, assessore al Comune di Vallo della Lucania nonché Consigliere provinciale molto vicino politicamente alle posizioni di Cobellis. La stessa società come alcuni membri del management sono stati oggetto di indagini da parte della procura della Repubblica vallese che ha disposto indagini e perquisizioni operate dai Militari della Guardia di Finanza. Ma al di là di tutto questo, l’aspetto pù triste e malinconico dell’intera storia è senz’altro quanto è accaduto ad oltre 30 lavoratori licenziati. Una storia dai risvolti per nulla sereni per coloro che confidavano in un lavoro sicuro. Un colpo al cuore inferto all’intero Cilento. La domanda che tutti si pongono è se la Yele poteva essere salvata con una maggiore attenzione da parte della politica che ha scritto una pagine non certamente esaltante