di Andrea Pellegrino
Persa l’opportunità di “contarsi” in Campania con Marco Minniti, i deluchiani studiano la nuova strategia in vista del congresso nazionale. Oggi si presenteranno le candidature. Matteo Renzi non ci sarà ed una parte dei renziani sta esplorando un eventuale accordo con Maurizio Martina, semmai piazzando Maria Elena Boschi alla presidenza del partito in caso di vittoria. Una soluzione di ripiego per i renziani propensi ad evitare la conta e quindi anche la più che probabile sconfitta che non convince però tutti. Non fosse altro che le accuse a Martina, che nelle ultime settimane ha già stretto accordi con Richetti, che a sua volta non ha avuto parole dolci nei confronti dell’ex premier, non sono mancate da parte di gran parte dei renziani nei mesi della reggenza. Lo stesso vale per i deluchiani ma soprattutto per Vincenzo De Luca che, attraverso Marco Minniti e quindi con la garanzia di Matteo Renzi, sognava un futuro tranquillo all’interno del Partito democratico in Campania. In attesa delle decisioni ufficiali, per ora i deluchiani restano alla finestra. D’altronde, qualunque scelta facciano arriverebbero almeno secondi. Martina, infatti, in provincia di Salerno ha il suo riferimento: si tratta di Mimmo Volpe, il sindaco di Bellizzi che, proprio grazie al sostegno di Martina, riuscì a spuntare una candidatura al parlamento la scorsa primavera, scalzando perfino alcuni uscenti. Zingaretti, invece, dalla sua, dopo un primo approccio con Vincenzo De Luca poi perso, ha incassato il sostegno di una fetta dei dem salernitani, capeggiati da Anna Petrone (ex consigliere regionale) e dal già senatore Alfonso Andria. Dunque, per la prima volta, i deluchiani non avrebbero nessuna primogenitura e nessuna possibilità di mettere il cappello sull’eventuale vittoria. In sintesi, nessuna prova muscolare interna al Partito democratico e di conseguenza nessuna cambiale politica da incassare in futuro. Così, non si esclude che possano accendere per l’occasione i due forni: un pezzo con Martina e l’altro con Zingaretti, senza calpestare i piedi a nessuno. Poi dopo le primarie e con l’elezione del segretario nazionale si vedrà. Anche perché non è escluso che Vincenzo De Luca, nel caso di scissione, possa seguire Matteo Renzi nel nuovo progetto politico.
LE TRATTATIVE
Mandato esplorativo a Guerini ma l’area renziana si spacca
L’ipotesi di una convergenza su Martina, con una lista che lo sostenga alle primarie, e’ stata espressa da Guerini, nonche’ da Andrea Marcucci, Emanuele Fiano, Ettore Rosato, Antonello Giacomelli, Alessia Morani, Eugenio Comincini, Simona Malpezzi e altri. Tuttavia altri parlamentari hanno dichiarato di ritenere insufficiente Martina per quanto riguarda il suo profilo riformista: in tale direzione hanno parlato Roberto Giachetti, Luciano Nobili, Andrea Romano, Stefano Ceccanti, Anna Ascani, i quali hanno insistito sulla necessita’ di una candidatura di area riformista, anche se essa dovesse poi risultare non vincente al congresso. Per presentare una candidatura occorre che essa sia sostenuta dalle firme di cento membri della Assemblea nazionale, traguardo non impossibile. Andrea Romano ha sostenuto che non sarebbero “incompatibili” per l’area Renzi che convivano le due posizioni, vale a dire che una parte appoggi Martina e l’altra presenti una propria candidatura.