La politica comunale di “Laissez-Faire” che frena la crescita economica - Le Cronache Salerno
Salerno

La politica comunale di “Laissez-Faire” che frena la crescita economica

La politica comunale di “Laissez-Faire” che frena la crescita economica

Negli ultimi decenni, Salerno ha assistito a una rapida crescita di edifici residenziali, spesso di numerosi piani, alimentata da una speculazione edilizia senza precedenti. Questo fenomeno ha trasformato il volto della città, ma non necessariamente in modo positivo. La crescita eccessiva del settore edilizio ha trasformato intere aree urbane, sottraendole a usi più sostenibili e vantaggiosi per lo sviluppo economico del territorio. La speculazione ha favorito anche l’innalzamento dei prezzi delle abitazioni, rendendo difficile per una famiglia del ceto medio acquistare casa a Salerno. Questa politica miope ha creato notevoli inefficienze in molti settori. Ad esempio, una delle principali problematiche del lungomare cittadino è la mancanza di servizi turistici marittimi adeguati. In molte zone, al posto di strutture che favoriscano il turismo nautico, si trovano parcheggi improvvisati sui marciapiedi che fiancheggiano il mare. Inoltre, invece di officine per la riparazione delle barche, turisti e residenti si imbattono in autofficine e stazioni di servizio per auto, evidenziando una gestione del territorio poco orientata allo sviluppo delle attività produttive. Recentemente, l’amministrazione comunale ha preferito cedere a privati un’area urbana destinata a parcheggio, dove un tempo sorgeva l’ex cementificio. Si ipotizza che sarà realizzata una struttura alberghiera al posto del parcheggio. Questo parcheggio era utilizzato da molte persone grazie alle sue tariffe competitive per la sosta dei veicoli, il che ha suscitato molto malcontento. Le strade strette e la mancanza di spazi per la circolazione efficiente hanno reso il trasporto urbano più difficoltoso e hanno ridotto la qualità della vita dei residenti. Un esempio emblematico di questa inefficienza è il Viadotto Gatto, che si è trasformato in una vera trappola per gli utenti. Originariamente progettato per un flusso ridotto di mezzi leggeri, oggi il viadotto deve gestire un flusso significativo di mezzi pesanti, causando frequenti ingorghi e aumentando il rischio di incidenti. Sicuramente l’aumento degli incidenti farà lievitare anche le tariffe delle assicurazioni, già notoriamente elevate nelle città campane. La città è carente di semafori intelligenti, rotonde, parcheggi adeguati, trasporti alternativi, piste ciclabili e trasporti pubblici efficienti. Inoltre, il piano del traffico è inadeguato e non vi è mai stata una corretta suddivisione delle macro aree urbanistiche (industriali, residenziali e artigianali). Tutte queste inefficienze hanno causato notevoli danni e disagi alla collettività. Quest’ultima, negli anni, si è trovata a dover pagare inutili tasse e a subire l’inquinamento provocato dagli ingorghi. La città ormai si blocca sistematicamente nelle ore di punta e quando ci sono eventi, come le luci d’artista, rendendo invivibile la situazione sia per i residenti che per i visitatori. Da un punto di vista imprenditoriale, la gestione delle attività a Salerno è prevalentemente in mano a persone anziane prossime alla pensione. Questa situazione crea una doppia criticità: da un lato, c’è una naturale resistenza all’innovazione e al cambiamento; dall’altro, i giovani trovano estremamente difficile affermarsi e spesso sono costretti a migrare verso il nord Italia in cerca di opportunità lavorative migliori. Questo esodo di giovani talenti rappresenta una perdita significativa per il futuro della città e la priva di risorse umane vitali per il suo sviluppo. Anche il bilancio demografico analizza che la città sta invecchiando con un notevole aumento del flusso migratorio; nell’ultimo decennio la popolazione di Salerno si è ridotta di 10 mila unità. Queste inefficienze non solo frenano la crescita economica di Salerno, ma hanno anche un impatto diretto sull’occupazione. Mentre il settore edilizio ha generato profitti per gli investitori immobiliari, ha limitato le opportunità di creazione di posti di lavoro nel settore turistico, che è tradizionalmente un motore importante per l’economia locale. La mancanza di diversificazione economica tende ad aumentare la vulnerabilità economica, soprattutto in periodi di crisi. Il ceto medio a Salerno è quello che subisce maggiormente le inefficienze dell’amministrazione. Per rilanciare l’economia di Salerno, è necessario un cambio di rotta deciso. Bisogna investire in infrastrutture adeguate e favorire l’insediamento di attività commerciali legate al turismo marittimo, incentivare i giovani a rimanere in città attraverso politiche di sostegno all’imprenditoria giovanile e alla formazione professionale. La responsabilità di questo scenario è anche da attribuire alle politiche urbane adottate nel corso degli anni. La mancanza di una pianificazione del territorio orientata alla sostenibilità e al bilanciamento tra sviluppo edilizio e conservazione delle risorse naturali ha contribuito a creare uno scenario urbano disomogeneo e poco resiliente. Le decisioni prese senza considerare le conseguenze a lungo termine hanno favorito guadagni a breve termine a discapito di una crescita urbana più equilibrata e sostenibile nel lungo periodo. Salerno ha tutte le carte in regola per diventare una perla del turismo marittimo del sud Italia. Tuttavia, senza interventi mirati e una gestione più lungimirante, rischia di rimanere intrappolata in un circolo vizioso di inefficienze e mancato sviluppo. La città ha bisogno di un piano strategico che valorizzi le sue risorse naturali e umane, e che metta finalmente in moto il suo enorme potenziale economico. Negli ultimi anni, l’amministrazione comunale ha adottato una politica accomodante di “laissez-faire” per sopperire alle sue mancanze e inadeguate progettazioni. Questo approccio ha permesso ad alcuni cittadini di arrogarsi il diritto di agire a proprio piacimento, sfruttando concessioni amicali, magari dietro promessa di voti. Le conseguenze di questa politica sono evidenti: non è raro vedere per strada auto parcheggiate in sosta vietata o sui marciapiedi, attività commerciali che non rispettano le normative e altre infrazioni che danneggiano il tessuto urbano. Questa cattiva progettazione degli spazi urbani, accompagnata da piani traffico inesistenti, trasforma una piccola buca o una leggera deviazione in un problema significativo. Le auto parcheggiate in sosta vietata contribuiscono ulteriormente a creare ingorghi, generando disagi e code interminabili. Un esempio di inefficienza è la pavimentazione di un piccolo tratto di marciapiedi di pochi metri (meno di 50 metri di lunghezza per 5 di larghezza) a piazza Naddeo, nella zona del Carmine. Questo progetto, iniziato più di un mese fa, coinvolge una serie di lavoratori che prevalentemente “lavorano” di sabato e non è ancora stato completato. Questa situazione potrebbe essere dovuta al fatto che l’importo dell’appalto è stato calcolato in giorni e non in base all’opera da realizzare. In ogni caso, questa inefficienza sarà pagata dai salernitani, che puntualmente sopperiscono alle inefficienze dell’amministrazione. Una serie di problemi apparentemente lievi causano gravi disagi che si ripercuotono nel peggioramento della qualità della vita. Fondamentalmente il “laissez-faire” è diventato più comunemente il “Tira a Campa’” e alla fine sarà sempre Pantalone che pagherà. Salvatore De Lucia, coordinamento cittadino di Forza Italia Salerno con delega agli enti partecipati e bilanci

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