di Andrea Pellegrino
E’ stata una delle eminenze grigie del potere deluchiano fino allo scorso anno. Nello Mastursi è stata una delle pedine principali del cerchio magico di Vincenzo De Luca. A via Manzo, il vero e proprio segretario di fatto del Partito democratico è stato lui. Da Mastursi dipendevano liste e soprattutto dipendeva, in tutto e per tutto, l’organizzazione di tutte le primarie di partito. E’ a lui che da Nocera Inferiore si rivolgono durante le parlamentarie finite nelle intercettazioni nell’ambito dell’inchiesta sulla variante ai lavori di Piazza della Libertà. Naturalmente, come ogni pedina del «cerchio magico», per anni è stato a capo di una società municipalizzata: la Salerno Energia, poi, “ceduta” a Nicola Landolfi, attuale segretario provinciale del Partito democratico, nei mesi della scalata regionale. A Salerno ha tentato, senza riuscirci, di entrare a Palazzo di Città, partecipando alla selezione per la copertura di un posto di dirigente amministrativo. Ma la sua candidatura fu ritirata, dopo le polemiche. Così la corsa verso Palazzo Santa Lucia, al fianco di Vincenzo De Luca. Primi passi all’interno del partito regionale, all’atto dell’elezione di Assunta Tartaglione, poi con la vittoria di De Luca in Regione, la profumata nomina di capostaff del presidente. Poi l’inchiesta della Procura capitolina e le dimissioni da ogni incarico. Da allora Mastursi è stato nell’ombra. Si dice solo che possa approdare all’Ato Sele del «compagno» Parente.