di Andrea Pellegrino E’ stato il protagonista in consiglio comunale della grande stagione del Msi salernitano. Insieme a Pippo Falvella al Comune di Salerno sedevano Enzo Fasano, il compianto Nino Colucci, Sergio Valese ed Enzo Demasi. «Un periodo d’oro – ricorda il senatore Enzo Fasano – eravamo negli anni ’80. Il movimento sociale aveva un grande ruolo in città, perché eravamo l’unica e vera opposizione in considerazione che erano gli anni dell’intesa tra Pci e Dc. Con Pippo eravamo impegnati ad imporre e difendere la presenza del nostro partito nel periodo in cui veniva messa in discussione l’esistenza fisica della destra». Un direttore d’orchestra con una capacità di analisi straordinaria, prosegue Fasano: «Comprendeva subito il problema. Esperto nell’analisi e nella parola. Era bravissimo». Poi gli anni della diaspora, «vissuta – dice ancora Fasano – con malinconia. Gli mancava qualcosa: ossia il terreno di gioco. Ecco perché forse si è distaccato sempre più, pur mantenendo vivo il rapporto con la città, con i suoi problemi ed entrando, in alcuni casi, nel dibattito sulle scelte strategiche cittadine». Un ricordo commosso, quello di Fasano che evidenzia, tra l’altro, «la grande forza d’animo, per aver sopportato la tragedia del fratello Carlo e poi una terribile malattia. La nostra generazione perde una persona importante, che si è saputa distinguere e che si è saputa imporre, e non perché era il fratello di Carlo, ma perché è stato un vero protagonista attraverso la politica ma anche attraverso la sua professione, l’altra sua grande passione». Accanto a Pippo, in consiglio comunale c’era anche Vincenzo Demasi, già senatore: «Un uomo di primissimo ordine, un ottimo avvocato del lavoro che si è fatto apprezzare per la sua energia. Credo che tutti noi dobbiamo apprendere qualcosa da questa persona che ha saputo affrontare grossi dolori». «Siamo stati consiglieri insieme – ricorda Demasi – ma il nostro non è stato solo un percorso politico, bensì di vita. L’uno con l’altro ci siamo sempre scambiate le nostre visioni. E’ stato un percorso di analisi e di conoscenza. Abbiamo parlato, commentato ed affrontato tutti le vicende che riguardavano il nostro partito ed il nostro territorio. Alcuni volte vicini, altre volte lontane verso i nostri dirigenti ma non ho mai colto rancore nelle sue parole. Posso affermare che Pippo era un costruttore di società, sapeva trasmettere sentimenti diversi rispetto a ciò che lui stesso aveva provato. Questa è stata la sua grande forza». Da Roma anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, non ha fatto mancare la sua voce di dolore. “Sono addolorato per la scomparsa di Pippo Falvella e mi stringo al dolore della sua famiglia, già duramente segnata molti anni fa per la morte del fratello Carlo, brutalmente ucciso da terroristi della sinistra extraparlamentare negli anni ’70. Pippo è stato un esempio per la destra salernitana e campana, affiancando alla sua professione di avvocato la passione per la politica per la quale è sempre stato impegnato nel suo territorio cercando di trasmettere alle generazioni successive i valori nei quali credeva”.
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