di Manuela De Rosa
Il professor Giuseppe Scala da chimico analista di reperti archeologici, ex docente di chimica delle fibre tessili e materie tintorie che espone nel museo del Real Orto Botanico di Napoli i suoi ritrovamenti rinvenuti in varie missioni archeologiche in collaborazione con il CNR rivela alcune informazioni circa le nuove fibre tessili e la moda. Ma quali sono le invenzioni più importanti della moda femminile, che continuità hanno avuto ed a quali sviluppi hanno dato corso dall’antico Egitto, passando per la Cina, poi in Italia ed in Inghilterra? “Nell’antico Egitto quando si componevano i vestiti col modano o con telai arcaici le vesti delle donne erano trasparenti in controluce e perciò sconvenienti. Un genio locale sconosciuto pensò di fare delle pieghettine, in modo tale che si creasse un doppio strato che impedisse la trasparenza. Il plissè nei secoli si è sviluppato con forme e modalità sempre nuove ed è tutt’ora attuale. Nell’antica Cina le donne erano costrette ad indossare lunghe vesti tubolari, strette alle caviglie, in modo che le donne facessero piccoli passettini. Per dare più agio qualche sconosciuto sarto prese le forbici e fece un piccolo taglio alla base – la gonna col taglio – dietro o di lato o con due tagli è ancora di moda. Nel 1959 a Roma, creato da Galitzine, fu esibito il pigiama palazzo di seta, tunica con pantaloni larghi e svasati al bordo. Questo capo di alta moda aprì la strada ai pantaloni per donna dalle più svariate forme e colori sempre valido”. Ma l’invenzione che ha avuto il maggiore successo mondiale? “E’ stata la minigonna, inventata in Inghilterra da Mary Quant che ha sdoganato l’abito sopra il ginocchio, liberando le donne da un conformismo cieco e maschilista un abito alla moda è di linea variabile secondo le circostanze e le tendenze del momento, a tinte varie, diverso dal mattino alla sera, per i più audaci anche personalizzato, non conformista, a volte rivoluzionario” .La sua personale opinione circa la moda? “Ma le idee per creare abiti dipendono dall’immagine che si vuole dare di se, ovvero conformarsi alla moda corrente, desiderio di novità, esaltazione del proprio corpo, immagine da dare all’esterno, status sociale influiscono perciò, i colori, la linea, il taglio, la fibra tessile, il tipo di tessuto, le righe, la fantasia nell’accoppiamento dei capi, comodità, messaggi aperti e subliminali, clima e costo. La prima persona che si servì di indossatrici fu Frederik Worth all’inizio del 1900.” Qual è il suo punto di vista della moda nel tempo in sintesi? “Oltre la tessitura è importante anche la tecnica di filatura. Effetti speciali sul filo quali il seme, la spirale, il buchè, chenille, a bottone pressato ed all’arinfusa.” Tra le fibre vegetali quali può citare? “L’importanza maggiore è costituita dal tipo di fibra tessile, naturale, tecnica, artificiale completamente sintetica. Oltre le comuni fibre vegetali si producono nel mondo fibre per vestimenti rare e poco note, di uso locale, ma suscettibili di diffusione qualora i creatori di moda ne ravvisino il potenziale. Tra queste cito varie ortiche, come l’ortica dell’Himalaya, la crotalaria, il gelso, l’aloe, la sanseviera, la musa, l’ adansonia, la sterculiavillosa dal bel colore rosa naturale. Vi sono le fibre di seta vegetale quali asclepiadacea, apocino, marsdeniatenacissima, beaumontia, peli di felci, gombocarpus, calotropis. Tra le fibre di lana si possono citare peli di argali, ammotrago, urial, buriali, scapu, scoiattoli, ecc” E circa la seta può rivelare qualche dettaglio? “ La seta esotica viene prodotta da farfalle antarea, attacus, atlas, ma anche da lepidotteri africani come gli anafi. In Senegal si produce la seta gialla dall’hattacus faiderbi, in Madacascar si ottiene la seta borocera ed anche seta dal ragno nefila. In Giappone oltre la seta Yamamai si produce una seta nera data dalla culigula giapponica. In Corea si usa la seta Sakusan, in Birmania la seta Burma, in Indonesia si usa la seta data dalla farfalla Pavonia. Ma è in India ed in Cina che sono in commercio sete ottenute da farfalle che si nutrono di varie foglie. Queste sete sono chiamate: seta rossa, poi muga, ailanta, eria e fagara. La seta dei tortrici viene prodotta da insetti volanti i cui bruchi si avvolgono in una foglia conservandosi con un filo di seta da loro stessi emesso. Quelli che hanno seta filabile sono il Saturnia e l’otus noti fin dall’antichità.” Le origini della moda a quando risalgono e cosa evidenziano poi nel corso degli anni? “La moda come la intendiamo oggi nasce dalle corti di regnanti e principi, ma dall’iconografia si vedono certi modi di vestire, che denotano, una certa scelta legata alle particolari occasioni del giorno e della sera. Rosa Genoni, donna di semplici origini, sarta di professione e disegnatrice, fu la fondatrice della moda italiana, riconosciuta a livello internazionale, dalla fine del 1800.” Quali sono gli abiti più venduti e stravaganti? “Sono stati poi lanciati degli abiti futuristi, con presenza di motivi astratti, che si stagliano sul fondo in modo tale da esprimere dinamicità. L’abito futurista fu lanciato dal famoso pittore Giacomo Balla con la pubblicazione nel 1914 del manifesto per l’abito antineutrale. I colori devono essere violenti con iridescenze ed anche fosforescenti. Sono noti poi i Patch Works della pittrice Sonia Delavnay, creati mettendo insieme stoffe diverse, forme geometriche. Oggi vi sono in commercio stoffe derivate da cellulosa rigenerata, proveniente anche da scarti da proteine, perfino da pesci ed anche seta rigenerata o ottenuta da scarti delle filande. Vi sono inoltre stoffe con microcips incorporati, tessuti che rendono invisibili, seta ingegnerizzata da bachi e ragni tessuti che non si sporcano mai, e perfino tessuti di carta resistentissima.”