di Monica De Santis
Teresa Basile e Immacolata Maratea del Dipartimento pubblica istruzione hanno inviato una nota d’augurio a tutti gli studenti che tra pochissimi giorni inizieranno gli esami di maturità. Nella lettera la Basile e la Maratea si rivolgono ai giovani parlando soprattutto del curriculum dello studente… “E’ stato un anno difficilissimo, caratterizzato da tante paure, ansie, ecc L’ultimo step per milioni di ragazzi è l’Esame di Stato per le scuole di Primo e Secondo Grado! Il 16 giugno 2021, con l’avvio degli esami di Stato del secondo ciclo, debutterà il Curriculum dello Studente, un documento che raccoglie tutte le esperienze scolastiche ed extrascolastiche svolte dai maturandi nel corso dei cinque anni di studi. Il Curriculum dello Studente era stato introdotto nel 2015, ma non era stato ancora formalizzato. Ad adottarlo ufficialmente, nel 2020, è stata l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Il Curriculum, che si compila online, è composto da tre parti. La prima, di competenza delle scuole, contiene tutte le informazioni riferite al percorso di studi. La seconda parte, a cura delle scuole e degli studenti, è inerente alle certificazioni di tipo linguistico, informatico o di altro genere. La terza parte, compilata dagli studenti, riguarda le attività extrascolastiche di tipo professionale, sportivo, musicale, culturale e di volontariato. Per la prima volta, quindi, gli studenti e le studentesse che dovranno sostenere la maturità 2020/2021, saranno chiamati a compilare un vero e proprio curriculum in vista dell’esame di Stato, che sarà poi allegato al diploma scolastico. È uno strumento importante per la presentazione davanti alla commissione e lo svolgimento del colloquio dell’esame di Stato del secondo ciclo. – sempre nella nota proseguono spiegando che – L’introduzione di questo nuovo documento ha subito suscitato qualche perplessità all’interno del mondo scolastico e non solo”. Perplessità che le due dirigenti del dipartimento della pubblica istruzione spiegano dettagliatamente… “I punti critici sollevati sono due: la tempistica (il curriculum fa la sua prima apparizione nel secondo anno scolastico segnato dalla pandemia) e il rischio di aumentare le disuguaglianze già dai banchi di scuola. Negli ultimi mesi, una gran parte delle attività extra-curriculari proposte dalle scuole non sono state attivate per ragioni legate alla pandemia e, fatta eccezione per chi ha potuto privatamente accedere a progetti extra-scolastici, anche nel periodo estivo, per molti studenti potrebbe apparire quanto meno frustrante trovarsi privi della possibilità di compilare quanto richiesto dalla piattaforma del Miur. Questo è l’anno peggiore per fare una cosa del genere che necessita di una grande discussione anche con gli studenti. Abbiamo aspettato cinque anni, potevamo aspettare ancora! Bisognava coinvolgere in modo serio il mondo della scuola. In più c’è il paradosso di averlo introdotto in un anno in cui si è potuto fare pochissimo. Sembra una presa in giro… Chiedere agli studenti delle superiori di inserire le loro esperienze extrascolastiche, negli ultimi due anni hanno potuto a malapena svolgere le loro lezioni in presenza. C’è chi ha inserito corsi di nuoto fatti tre anni fa, perché non sapevamo cosa inserire…. Siamo molto perplessi, e ci chiediamo perché far scrivere un curriculum se si tratta di studenti: la scuola non è un ambiente di lavoro. Riportare le proprie esperienze può essere vantaggioso se un ragazzo ha la possibilità di farle, ma per altri può essere sminuente, se queste esperienze non ci sono. Il secondo elemento critico, è appunto il divario che si verrebbe a creare tra studenti che hanno alle spalle famiglie in grado di finanziare corsi di lingua ed esperienze di studio all’estero, e alunni che non hanno questa opportunità. Il Curriculum va a “soddisfare” un modello di scuola aziendalistica che mette nero su bianco la disparità educativa che gli studenti hanno per fattori esterni, a volte legati alla mancanza di risorse. Ci sono ragazzi che hanno inserito corsi di progettazione 3D e chi invece nel tempo extrascolastico fa il cameriere, ma non ha potuto neanche certificare quell’esperienza perché lavora in nero, come la maggior parte dei giovani. – concludono – La scuola deve valutare i ragazzi nell’ambito della sua offerta formativa, non invitarli a pagare attività extrascolastiche per la nostra formazione. Un indagine rivela che il 45% degli studenti definisce il Curriculum “discriminatorio per i giovani che non possono permettersi di svolgere attività extra”. Con l’ auspicio che il peggio sia, ormai, alle spalle e che la politica intervenga per migliorare alcuni di questi aspetti, il Dipartimento Publica Istruzione di Coraggio Italia Cambiamo fa un forte in bocca al lupo a tutti! Guardiamo avanti con fiducia!”