La mamma. Che Dio perdoni il killer di Simonetta - Le Cronache Ultimora
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La mamma. Che Dio perdoni il killer di Simonetta

La mamma. Che Dio perdoni il killer di Simonetta

Cava de’ Tirreni/Nocera Inferiore. “Che Dio lo perdoni e che possa aiutare i suoi figli”. E’ il pensiero di Angela Procaccini, madre di Simonetta Lamberti uccisa il 29 maggio del 1982 da un commando camorristico di cui faceva parte il boss Antonio Pignataro, reo confesso di quel delitto, nell’apprendere la notizia della scomparsa dell’esponente malavitoso nocerino. Parole che suonano come esempio di vita e di forza umana, nonostante una profondissima lacerazione. Con il decesso del 69enne avvenuto martedì a Scalea in Calabria dov’era rinchiuso ai domiciliari a causa della sua grave malattia, cala definitivamente il sipario tra gli autori dell’omicidio dell’allora 11enne figlia del procuratore capo di Sala Consilina dell’epoca Alfonso (vero obiettivo dei sicari), uccisa in un assolato pomeriggio di fine maggio di 43 anni fa mentre ritornava in auto dal mare di Vietri proprio con il padre. Il boss Pignataro, ex affiliato alla Nco di Raffaele Cutolo, come lui stesso ha ammesso faceva parte di quel commando armato diretto da Franchino Apicella (condannato all’ergastolo) mentre Carmine Di Girolamo e Salvatore Di Maio, alias Tore ‘o guaglione di Nocera Inferiore furono assolti per insufficienza di prove dopo i due fine pena mai incassati in primo grado. Si ritornò a parlare del fatto di sangue quasi trent’anni dopo: nel 2011 e fu proprio Pignataro a farne parola con l’ex pubblico ministero della Dda di Salerno Vincenzo Montemurro il quale, poi, ottenne la condanna a 30 anni di reclusione con il rito abbreviato. Pena poi diventata definitiva ma che a causa della malattia il boss stava scontando in casa ai domiciliari a Scalea dopo la scarcerazione dal penitenziario di Opera. Nel frattempo Pignataro fu coinvolto in un’inchiesta sul voto di scambio a Nocera Inferiore (assolto a Napoli per non aver commesso il fatto) e un’altra in Calabria- processo tra qualche giorno con altri imputati- per lo spaccio di cocaina con il boss Tamarisco Nardiello di Torre Annunziata. “Compassione per chi può commettere errori- aggiunge l’ex moglie di Alfonso Lamberti scomparso nel 2016- Io, guardando l’immagine pura di mia figlia, ho compreso tante cose e ho cercato sempre di aiutare chi non ha avuto vita facile”, dice la preside di un istituto di Portici. Pignataro era tornato in libertà nel 2019 a causa della sua grave malattia. Una decisione dei giudici del Tribunale di Nocera Inferiore, su dettato della Cassazione, che suscitò le ira della famiglia di Simonetta, in particolare della sorella Serena che scrisse al presidente della Repubblica facendo riferimento al fratello di Mattarella, Piersanti, che fu ucciso da Casa Nostra nel 1980 quando era presidente della Regione Sicilia: nessun più del Capo dello Stato- scriveva Serena Lamberti-poteva capire il dolore, il senso di impotenza di fronte a queste tragedie. Con la scarcerazione di Pignataro la sorella di Simonetta era ripiombata nelle tenebre perchè la presenza scomoda dell’ex esponente della nuova camorra organizzata, sapendolo in giro, continuava a fare del male. Molto male. Questo sei anni fa. Ora la richiesta a Dio da parte di Angela Procaccini d perdonarlo e aiutare i figli.